Il presidente Recep Tayyip Erdoğan ha annunciato che i 10 ambasciatori occidentali in Turchia che avevano firmato un appello per la liberazione del filantropo Osman Kavala, detenuto da oltre 4 anni, saranno dichiarati dal ministro degli Esteri “persona non grata“. Tra i diplomatici coinvolti ci sono i rappresentanti di Stati Uniti, Francia e Germania. “Vanno a coricarsi, si svegliano e pensano a Kavala. Kavala è il rappresentante turco di Soros. Dieci ambasciatori si recano al ministero degli Esteri per lui: che impudenza! Impareranno a conoscere e capire la Turchia o dovranno andarsene”, ha dichiarato Erdogan.

Mentre l’ondata di arresti e condanne nei confronti degli oppositori politici, accusati di aver preso parte al fallito golpe del 2016, continua senza sosta, adesso nel mirino del Sultano di Ankara sono finiti anche i diplomatici di Canada, Francia, Finlandia, Danimarca, Germania, Olanda, Nuova Zelanda, Norvegia, Svezia e Stati Uniti. La loro colpa è aver chiesto il rilascio di Osman Kavala, il filantropo in carcere da quattro anni senza una sentenza di condanna. Il presidente aveva prima convocato i dieci ambasciatori e poi giovedì ha minacciato la loro espulsione: “Non possiamo concederci il lusso di ospitare queste persone nel nostro Paese”.

L’origine del caso è la lettera con la quale i diplomatici hanno chiesto l’immediato rilascio del filantropo 64enne, giudicata dai vertici della diplomazia di Ankara “inaccettabile” e “oltre misura”. Leader della società civile turca, Kavala è in carcere dal novembre del 2017 con l’accusa di aver preso parte al tentato golpe del 2016 e di aver partecipato alle manifestazioni antigovernative del 2013 di Gezi Park. Il filantropo ha però respinto tutte le accuse a suo carico. Il 18 ottobre del 2017 fu arrestato non appena atterrato all’aeroporto di Istanbul al ritorno da un viaggio nel sudest turco a maggioranza curda, dove curava diversi progetti legati alla difesa delle minoranze e dei diritti umani. Molto noto in patria ma anche all’estero, Kavala è stato assolto dalle accuse relative alle proteste anti governative del 2013 a febbraio dello scorso anno ma poche ore dopo l’assoluzione è stato raggiunto da nuove accuse relative a un presunto ruolo nel tentato colpo di Stato ed è quindi rimasto nel carcere di Silivri, alla periferia di Istanbul, dove si trova da quattro anni. Nel 2019 la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ne aveva chiesto la scarcerazione e il Consiglio d’Europa, a cui la Turchia ha aderito nel 1950, ha fatto sapere che se entro la fine del mese Kavala non verrà liberato potrebbe aprire una procedura per infrazione contro Ankara.

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