Una scuola alternativa per famiglie no-green pass. E’ stata aperta da pochi giorni a Povegliano, un Comune di cinquemila anime in provincia di Treviso, a pochi chilometri dal capoluogo. Si tratta di una iniziativa promossa da un’associazione no profit che ha lo scopo di promuovere la “solidarietà e la responsabilità sociale”, Real Human Rights, con sede a Gruaro, in provincia di Venezia. Non è passato inosservato in paese il via vai di genitori con i figli che al mattino imboccano via Venezia per raggiungere una casa che era disabitata da alcuni anni. I bambini restano, gli adulti tornano a prenderli dopo alcune ore. E così si è scoperto che in vicolo Zanella, con l’apertura della nuova sede dell’associazione in realtà è attiva una struttura educativa per bimbi di diversa età, dall’asilo alle scuole elementari.

I vicini hanno segnalato almeno una trentina di scarpe che vengono lasciate all’esterno. Al Gazzettino i volontari della scuola hanno dichiarato: “Siamo un circolo ricreativo privato, il nostro obiettivo è quello di darci una mano tra famiglie”. Per i piccoli in età da asilo non c’è un obbligo scolastico, per i più grandi, invece, si utilizza l’”homeschooling” per l’insegnamento elementare. “I genitori dei ragazzi iscritti all’associazione hanno fatto questa scelta e con il nostro circolo ricreativo diamo un aiuto a chi è impegnato per il lavoro. Non facciamo lezioni didattiche, ma attività di gruppo”, è la spiegazione dei volontari riportata dal quotidiano. L’obbligo di green pass a scuola non è previsto per gli alunni di tutte le età, mentre è previsto che i genitori quando accedono agli istituti.

“Rifiutiamo l’etichetta di scuola No-vax – aggiungono – Qualcuno non ha preso bene la nostra presenza, ma non facciamo nulla di male. Oltre ai bambini, ci ritroviamo anche con gli anziani e con tutte le persone iscritte che possono aver bisogno”. Riserbo, invece, sulle misure di prevenzione dal Covid che dovrebbero essere osservate dagli educatori. “Non riteniamo di dover rispondere, però con il ddl Zan si è parlato per mesi di discriminazioni, mentre ora si fa finta di non capire che l’introduzione del Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori rappresenta una delle massime discriminazioni”.

La casa che ospita i bambini era di proprietà del suocero del sindaco Rino Manzan ed è stata concessa in comodato d’uso all’associazione da un nipote. Il primo cittadino ha dichiarato ai giornali locali: “Non posso dirmi contrario a questa iniziativa, di cui non sapevo niente. Trovo grave, piuttosto, che i genitori siano costretti a ricorrere a queste scuole parentali. Il fatto che si sentano sfiduciati dalla scuola tradizionale è un fallimento per le istituzioni”. In realtà il primo cittadino ha preso le distanze dal segretario comunale che voleva fargli firmare un documento che informava i dipendenti dell’obbligo di green pass. “Non firmo una circolare di stampo fascista e hitleriano”, ha spiegato.

“C’è già la legge, e questo basta e avanza. Non ho niente contro i vaccini, ma ognuno deve affrontare il problema se vaccinarsi con responsabilità. Io non l’ho fatto, ma soltanto per fondate ragioni di salute”. Manzan è stato eletto da una lista civica che copre un arco ampio di partiti, dalla Lega al Pd, e ha lavorato per la Cgil, occupandosi di patronato a livello regionale. “Io ho ancora quella visione del mondo, stare dalla parte degli oppressi e dei lavoratori. Quando andrò in municipio sarà coperto da tampone, in caso contrario lavorerò fuori, ma non utilizzerò un gazebo”. Il riferimento è al suo collega “venetista” Riccardo Szumski, sindaco di Santa Lucia di Piave e medico del paese, che da alcune settimane ha allestito un proprio ufficio in piazza.

In Veneto c’è un altro caso di sindaco ribelle. Milena De Zanet, a Limana, in provincia di Belluno, dichiara: “Chiedere se si è o non si è vaccinati non è opportuno. Esiste la sfera privata di ognuno di noi, che è sacra. Da sindaco pretendo che non lo si faccia con me e pretendo, anzi, non esiste che un caposervizio chieda ai dipendenti del Comune se sono o non sono vaccinati. Sottoporsi all’inoculazione Covid non è obbligatorio, io come sindaco faccio rispettare la legge”.

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