Pil, il rimbalzo del secondo trimestre spinto da investimenti nell’immobiliare: +58% anno su anno quelli nelle case. C’è l’effetto Superbonus
L’Istat rivede leggermente al ribasso il dato sul Pil italiano nel secondo trimestre 2021 confrontato con lo stesso periodo dello scorso anno. Tra aprile e giugno la crescita, corretta per gli effetti di calendario e destagionalizzata, è stata del 2,7% rispetto al trimestre precedente (dato confermato) e del 17,2% nei confronti del secondo trimestre del 2020, contro il +17,3% comunicato lo scorso 31 agosto. Dai dati scorporati emerge un chiaro effetto traino del superbonus 110%: il rimbalzo è stato infatti spinto in particolare dagli investimenti, sia in abitazioni (+58,3% rispetto allo stesso periodo del 2020) sia in fabbricati non residenziali (+52,9%) e in impianti e mezzi di trasporto (+38,3). Visto che gli investimenti fissi lordi comprendono anche i lavori di ristrutturazioni fatti sugli edifici, è evidente l’impatto degli incentivi alle riqualificazioni edilizie partiti nel luglio 2020 e poi prorogati. Secondo l’ultima rilevazione Enea, al 30 settembre gli importi ammessi a detrazione ammontavano a 7,49 miliardi e il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione era di 5,11 miliardi.
Il secondo trimestre, precisa l’istituto di statistica, ha avuto una giornata lavorativa in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al secondo trimestre del 2020. La variazione acquisita per il 2021, quella che si otterrebbe se nel terzo e nel quarto trimestre il Pil rimanesse piatto, è pari a 4,7% (stessa stima di agosto).
Sempre nel secondo trimestre l’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche in rapporto al Pil è stato pari al -7,6%, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente risultava pari al -12,9%. Il saldo primario – indebitamento al netto degli interessi passivi – è risultato negativo, con un’incidenza sul Pil del -3,6% (-8,7% nel secondo trimestre del 2020). La pressione fiscale è stata pari al 41,9%, in riduzione di 0,5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, quando era stata del 42,4%. Il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e del 6% sullo stesso periodo del 2020. La dinamica dei prezzi (+0,4% rispetto al primo trimestre dell’anno il deflatore dei consumi finali delle famiglie) ha frenato l’incremento del potere d’acquisto, aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e del 5,2% sul 2020.
