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Referendum cannabis, sono 4mila i Comuni in ritardo sulle certificazione delle firme. Roma e Torino i più lenti: l’elenco

Tra i comuni meno virtuosi anche Napoli, Palermo, Venezia, mentre tanti dei più piccoli - in seguito alle quasi 1900 diffide degli scorsi giorni - hanno evaso tutte le richieste pendenti. Dopo la denuncia, Bologna si è messa in regola e anche il sindaco ha sottoscritto la campagna
Referendum cannabis, sono 4mila i Comuni in ritardo sulle certificazione delle firme. Roma e Torino i più lenti: l’elenco
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La proroga del governo ha dato un altro mese di tempo ai promotori del referendum sulla cannabis legale, ma la burocrazia e i ritardi dei Comuni continuano a minacciare il successo della campagna. Le firme raccolte online hanno superato in queste ore il traguardo di 600mila, ma se non arriveranno le certificazioni dalle amministrazioni, non sarà possibile consegnarle in tempo. Ecco perché i promotori hanno deciso di diffondere la lista delle amministrazioni più lente, con in testa Roma e Torino e promettono nuove diffide se la situazione non sarà risolta in breve tempo.

Fino a giovedì 30 settembre – rende noto il comitato del referendum – sono stati consegnati solo poco più di 402mila certificati, ne mancano quindi ancora almeno 100mila. Le amministrazioni più in ritardo sono: Roma, (41.904), Torino (14.078), Napoli (8.019), Palermo (3.825), Parma: (2.706), Cagliari (2.201), Catania (1.960) e Venezia (1.410). Ci sono numerose richieste pendenti anche per Salerno, Trieste, Modena, Genova, Reggio Calabria, Barletta, Ravenna, Guidonia Montecelio, Vicenza e Verona. Le numerose diffide però – 1888 negli scorsi giorni – sono riuscite a smuovere la burocrazia di diversi piccoli comuni. “Questi numeri – dichiara Marco Perduca dell’Associazione Luca Coscioni e presidente del comitato promotore – confermano che le firme esistono, come buona parte della documentazione”. Il problema secondo lui sarebbe duplice” la pubblica amministrazione non è pienamente digitalizzata e non ha le necessarie risorse umane, neanche in momenti elettorali e referendari come in questa estate”. In queste ore, dopo le denunce del comitato, si è risolta la situazione di Bologna che fino a ieri era ancora in ritardo sulle consegne. E oggi ha sottoscritto il referendum anche il sindaco dem di Bologna Virginio Merola: “Una decisione opportuna”, ha detto, “per allineare questo referendum agli altri che avevano già avuto la proroga. Ci tengo però a ringraziare molto i nostri dipendenti dell’ufficio elettorale che ieri pomeriggio sono riusciti a consegnare al comitato promotore tutti i certificati elettorali dei residenti bolognesi che hanno sottoscritto il referendum attraverso lo Spid. Un grande lavoro in un periodo decisamente pieno visti gli adempimenti relativi al voto amministrativo“.

Intanto la raccolta firme continua online: “Siamo subissati da richieste di centinaia di persone che vogliono continuare” hanno dichiarato Antonella Soldo, Riccardo Magi e Marco Perduca tra i promotori del referendum “prossima renderemo note le modalità della ri-organizzazione della campagna raccolta firme fino al 28 ottobre – giorno in cui andremo in Cassazione”.

Il referendum cannabis è promosso dalle Associazioni Luca Coscioni, Meglio Legale, Forum Droghe, Società della Ragione, Antigone e dai partiti +Europa, Possibile, Radicali italiani, Potere al Popolo e Rifondazione Comunista e Volt. È ancora possibile firmare su www.referendumcannabis.it.

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