Chi non è vaccinato, non può giocare a basket. Le città di New York e San Francisco, sedi di alcune delle squadre più importanti della NBA Brooklyn Nets, New York Knicks e Golden State Warriors -, hanno vietato l’ingresso ai palazzetti per la prossima stagione ai non vaccinati con più di 12 anni. L’obbligo non vale solo per il pubblico, ma anche per alcuni giocatori, che per ora hanno rifiutato l’immunizzazione anti Covid e che quindi nelle partite di casa non potranno scendere in campo. Tra loro anche la star dei Nets Kyrie Irving, uno dei giocatori più forti della lega americana. La sua scelta, a meno di un mese della partenza del campionato – il 19 ottobre -, potrebbe complicare la corsa al titolo di una delle squadre favorite.

La NBA si era già pronunciata qualche mese fa sui vaccini Covid: i dirigenti li avevano imposti ad allenatori, membri dello staff, personale degli impianti sportivi, arbitri e a in generale chiunque entrasse in contatto con le sue stelle. Erano però rimasti esclusi proprio i giocatori: alcuni hanno quindi deciso di non sottoporsi alla vaccinazione. I governatori dell’Empire e del Golden State hanno però scombinato le carte in tavola per alcune delle squadre che potrebbero lottare per le Finals. Il caso più clamoroso è quello di Irving – compagno tra gli altri di Kevin Durant e James Harden – su cui avevano puntato tutto i Nets. Le sue posizioni sono note ormai da tempo: da circa un anno si è convertito alla religione islamica e condivide con molti fedeli un certo scetticismo, se non il vero e proprio timore che il siero contenga derivati del maiale, animale proibito per i musulmani. Come vicepresidente del comitato esecutivo del sindacato dei giocatori, la NBPA aveva poi fatto pressioni perché l’obbligo vaccinale non fosse imposto anche ai giocatori. Un’ulteriore spia è stata la sua presenza solo da remoto in uno degli eventi più importanti del pre-season, il “media day” di ieri, in cui la società ha incontrato i giornalisti. C’è chi sostiene che sia l’ennesimo colpo di testa di “Uncle Drew” – il suo soprannome -, non nuovo a teorie complottiste o terrapiattismo. Questo potrebbe però costare qualcosa in più alla sua carriera e al Seven Eleven – la coppia vincente formata con Durant – dei Nets.

La squadra di Brooklyn non è però l’unica ad avere qualche problema: l’ala piccola dei Warriars, Andrew Wiggins, ha dichiarato di voler continuare “a lottare per ciò in cui crede”, ossia la sua contrarietà all’immunizzazione. Per Jonathan Isaac degli Orlando Magic gli scienziati che hanno sviluppato i vaccini sono “solo persone” e quindi «non ci si può fidare totalmente delle persone”. Mentre Bradley Beal, guardia dei Washington Wizards sostiene che, essendosi già ammalato in passato di Covid, ha già gli anticorpi necessari per evitare una nuova infezione. Entrambi, se rimarranno della stessa idea, dovranno evitare le trasferte a San Francisco e New York.
Articolo Precedente

Juventus, la Consob indaga sulle plusvalenze nel bilancio bianconero. Che fa registrare una perdita record di 210 milioni di euro

next