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La “bizzarra” truffa su falsi micro quadri di Leonardo da Vinci a Milano, due persone ai domiciliari

Si spacciavano per consulente finanziario e avvocato. Duecento le persone raggirate secondo gli investigatori della Guardia di finanza
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Duecento persone raggirate con il miraggio di acquistare micro quadri nascosti nelle opere di Leonardo Da Vinci. Due persone, che si spacciavano per consulente finanziario e avvocato, sono però finite ai domiciliari, su ordinanza del giudice per le indagini preliminari, Guido Salvini, in un’inchiesta su una “complessa e bizzarra truffa nel campo delle opere d’arte e delle criptovalute”.

Dalle indagini, coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco e dal pm Carlo Scalas e condotte della Guardia di finanza, è emerso che una donna è stata raggirata per 125mila euro. Soldi che dovevano servire sulla carta in parte per l’acquisto di dodici finti “micro quadri nascosti nei quadri di Leonardo da Vinci” e 32 ‘frazioni digitali’ di opere della pittrice romena Alina Ciuciu (estranea alle alle indagini). La truffa, secondo gli investigatori, avrebbe coinvolto però “200 clienti”.

La misura cautelare è stata firmata per Francesco Colucci, 46 anni, che si faceva passare per un avvocato, e Davide Cuccato, 49 anni, che si muoveva come consulente finanziario senza averne titolo. Stando all’ordinanza, come riporta l’Ansa, alla donna sarebbe stato “proposto di aderire ad un fondo di investimento che aveva come finalità quella di diffondere una International Web Gallery creando una rappresentazione digitalizzata delle più importanti opere d’arte”. Ogni opera, le veniva spiegato con accattivanti brochure, “sarebbe stata frazionata in singole porzioni di cui chi avesse aderito al fondo sarebbe divenuto proprietario e il titolo di proprietà sarebbe stato costituito per ciascuna frazione da un ‘token’, una sorta di gettone digitale il cui valore sarebbe rapidamente salito nel giro di pochi anni”, così dicevano, “sino a decuplicarsi ‘per effetto automatico della crescita di valore dell’arte mondiale”.

Nell’inchiesta sono indagate altre tre persone, tra cui Aleita Khorochilova, “che si presentava nella sua veste di ‘responsabile commerciale della società Xchampion, a suo dire una holding con sede a Singapore, fondata da magnati asiatici, che stava per aprire una serie di succursali in Europa”. Altri clienti, circa 200 in totale, sarebbero stati raggirati con un meccanismo simile alla “catena di Sant’Antonio” e i soldi intascati con le presunte truffe sarebbero finiti in Svizzera. Parte del denaro investito dalla donna, “pari a 24mila euro veniva asseritamente destinato all’acquisto di 12 ‘microquadri nascosti nei quadri di Leonardo da Vincì, scoperti da un ‘esperto”, sedicente tale, “mentre 16mila euro sarebbero serviti per acquistare 32 Token Art di quadri della pittrice Alina Ciuciu, sponsorizzata dal noto critico d’arte Vittorio Sgarbi (estraneo alle indagini)”. Gli arrestati sono anche accusati di esercizio abusivo della professione e Colucci pure di “possesso di segni contraffatti” (finti distintivi della polizia), ricettazione di beni di interesse archeologico, come un “cratere campano del IV secolo A.C.”, introduzione e ricettazione in Italia di orologi di lusso contraffatti.

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