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Riello lascia lo stabilimento di Pescara, in 71 senza lavoro. L’azienda controllata dalla Carrier (Usa): “Ci concentriamo su altri impianti”

Secondo i sindacati si tratta di un fulmine a ciel sereno e di una decisione incomprensibile. Il gruppo afferma che le analisi di mercato hanno portato alla scelta di chiudere. Diciannove dipendenti verranno spostati nei siti lombardi del gruppo
Riello lascia lo stabilimento di Pescara, in 71 senza lavoro. L’azienda controllata dalla Carrier (Usa): “Ci concentriamo su altri impianti”
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La Riello lascia lo stabilimento di Villanova di Cepagatti. È la stessa proprietà, attraverso una nota stampa a spiegare i motivi che hanno portato alla decisione di chiudere il sito del pescarese dove si costruiscono caldaie, provocando la reazione dei lavoratori e dei sindacati. Annunciato un presidio dal 6 settembre. L’azienda attraverso una nota spiega che “a seguito di un’attenta analisi del mercato che si presenta in rapida evoluzione e della competitività delle nostre operazioni, abbiamo deciso di interrompere le attività del nostro stabilimento di Pescara e di concentrarle presso altri impianti con capacità disponibile a Legnago (VR), Volpago del Montello (TV) in Italia, e Torun in Polonia. Questa decisione ha lo scopo ottimizzare i nostri asset industriali e contribuirà a posizionare la nostra azienda per il futuro in un mercato globale sempre più competitivo. Siamo consapevoli dell’impatto di questo progetto sui dipendenti interessati. L’azienda – si conclude nella nota della Riello – si impegna a lavorare a stretto contatto con loro, i loro rappresentanti e le istituzioni in un dialogo attivo per sostenerli durante il progetto”.

La chiusura dello stabilimento comporterà il licenziamento di 71 dipendenti e il trasferimento di 19 tra lavoratori e lavoratrici nei siti di Lecco e Legnano. Una decisione “incomprensibile” e una “scelta scellerata” secondo i sindacati che definiscono la decisione un “fulmine a ciel sereno”. Riello fa capo dal 2015 al gruppo statunitense Carrier che fattura 17,5 miliardi di dollari l’anno e impiega 56mila persone in 160 paesi.

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