Le future generazioni rappresentano la vitalità l’entusiasmo e il futuro di una società. Sono loro i semi della vita. Prendiamo i Fridays For Future, oggi rappresentano l’unico germe rivoluzionario dei nostri tempi di cui il pianeta ha un disperato bisogno. Denunciano un pianeta in fiamme come in Sardegna e in Amazzonia, alluvionato come in Germania, in Belgio e negli Stati Uniti, sotto una grandina assassina che spacca i vetri delle macchine in viaggio ma anche l’ingiustizia di non poter godere di mare, spiagge, parchi, montagne, neve, di cui la nostra generazione ha goduto. E le multinazionali automobilistiche o dell’energia non hanno alcun diritto di negare loro il futuro.

Il problema è che il futuro non ha un elettorato, non ha forma giuridica che ne difenda i diritti. Certo, la riforma costituzionale che abbiamo approvato apre al suffragio giovanile anche al Senato per cambiare i rapporti di forza. Ma è chiaro che i bambini violati, maltrattati, senza diritti economici, culturali e sociali restano senza rappresentanza diretta, ma ciò non significa che debbano restare senza rappresentanza morale. È per questo che nasce un intergruppo parlamentare sulla povertà minorile, che è un tema che resta nell’ombra anche su tutti i media e nel mondo culturale. Eppure le storie disperate che docenti e amici mi raccontano sono infinite con il 48% di minori che vive in famiglie con reddito Isee di 10mila euro, secondo l’Istat. Tutto questo non solo è un’enormità, ma rappresenta una catastrofe.

Il Pnrr e il ministro delle Politiche Giovanili, Fabiana Dadone, del M5S hanno rilanciato lo strumento del servizio civile universale, una grande opportunità per rendere protagonisti i giovani e sprigionare la loro vitalità nella società. La strada dell’empowerment insieme a quella di potenziare gli strumenti culturali è la strada che fa la differenza. È con questo spirito che ho dato vita alla Card Culturale per le famiglie con reddito inferiore ai 15mila euro e con i primi 18 milioni possiamo raggiungere 180mila famiglie. Un progetto introdotto nella varata legge del libro che da presidente di commissione cultura ho salvato dalle sabbie mobili in cui giaceva da più di 5 anni e i primi segnali culturali sono evidenti, con la vendita di 15 milioni di copie di libri in più. Il secondo passo, dopo le mie sollecitazioni, è stato quello di ampliare la Card Cultura allo sport, alla musica, al teatro, ai musei sprigionando un potenziale enorme per i minori in famiglie in difficoltà.

Le letture, la musica, i festival e gli incontri sono la molla dell’entusiasmo, dell’impegno, delle lotte per il cambiamento. È la cultura che dà potere ai sogni, a nuovi mondi da costruire, che ci permette di lavorare sulle ferite aperte. Basti pensare che nulla viene insegnato ai nostri bambini sui meccanismi economici di sfruttamento del lavoro, delle donne, dei bambini e del pianeta se non in forma sporadica e volontaristica. È la cultura che porta a incontrare l’arcipelago di bellezze del nostro Paese, che ci fa immergere negli occhi dell’altro: è lì che possiamo incontrare la realtà.

Il digitale ci apre frontiere enormi ma in questo mare non possiamo navigare senza cultura. E se al timone ci sono donne e ragazze il viaggio sarà più stimolante, toccherà isole di sensibilità sconosciute alla nostra società, isole di complessità che arricchiscono il nostro cammino.

Con Giuseppe Conte, che si è dimostrato una splendida risorsa per il Paese da Presidente del Consiglio e presto lo scopriremo da leader di una forza politica fresca e innovativa come il M5S, si deve rilanciare un progetto culturale. È così che costruiremo una società in grado di mettere la vita prima del profitto, l’escluso prima del privilegiato, l’oppresso al di sopra del professionista dell’odio e dell’esclusione. Si parte da qui aggiungendo il coraggio. Il coraggio della verità, di prendere posizioni scomode che non avvantaggiano la tua carriera politica ma fanno avanzare la società e i cittadini.

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