Ho sempre amato le Olimpiadi.

Quando la TV era l’unica possibilità per guardare gli eventi del mondo, programmavo settimane prima il mio tempo, il momento per stare a casa, per vedere la cerimonia di apertura, le gare, e lasciavo tutto il resto al di fuori. Oggi sembra difficile anche permettersi una pausa, siamo ossessionati dai social, dagli articoli click bait, dalle pubblicità continue e ossessivamente personalizzate. Aggiungendo quest’anno, l’ansia, la pandemia, straziante per molti di noi, per tantissime attività, e ve lo dico da artista, produttore di eventi e in generale operatore dello spettacolo che ha attraversato il Covid con le peggiori conseguenze.

Hanno rimandato migliaia di eventi, Europei e Olimpiadi comprese. Ma adesso ci siamo, e i giochi olimpici mi danno ancora grandi emozioni. Ok, probabilmente anche questi saranno pieni di magagne, forse lo sono sempre stati, dinamiche poco chiare, a volte, qualcuno dice “sempre” e, del resto, ormai siamo abituati a demotivarci, a pensare che non possa esistere nulla di “pulito”, pensiero che assume un antipatico potere con effetto retroattivo.

Ma confesso che un po’ ancora ci credo, forse pecco di idealismo, eppure guardando queste competizioni, la disciplina per raggiungere gli obiettivi, la passione che trasmettono, i sacrifici che narrano, percepisco e sento ancora una buona dose di fiducia nell’umanità.

Mi ha emozionato notare ancora una volta l’Italia compiere un recupero sugli ultimi anni bui che abbiamo vissuto. Vedere Paola Egonu scelta per rappresentare il continente europeo è stato vibrante. Un’italiana. Un’italiana che rappresenta l’Europa, dopo i Maneskin, dopo l’Europeo della Nazionale di Calcio, anche questo, sembrerà banale ma mi rende fiero ed emozionato.

Certo, non è il mio stato di norma, per lo più mi sento confortato dalle parole di Imagine di John Lennon, amo immaginare un mondo senza confini e senza bandiere. Ma se l’identità venisse affrontata in modo pulito, realmente sportivo, allora sarebbe differente, ed è lì che nasce l’emozione, ingenua, spontanea, parleremmo di ciò che dovrebbe essere: un’identificazione che non ambisce ad altro che a dare un’identità, una casacca di riconoscimento per una sana e costruttiva competizione.

Ora, parlando di cose più tecniche, visto che la tecnologia aiuta, da spettatore ho trovato una soluzione che mi sento di condividere. Di base non mi spendo per le compagnie telefoniche, men che mai ricevendo mille telefonate promo a settimana con sedicenti agenzie e relativi operatori con accenti e dialettiche improbabili. Sono agguerriti, formati e preparati per propinare la nuova offerta “esclusiva” per telefonare su Marte e fare i complimenti a Jeff Bezos… ma, come per l’occasione del Tim Mtv day di qualche anno fa (che raccontai proprio qui, alcuni post fa in questo blog) ritengo sia giusto riconoscere i meriti di chi amplifica le opportunità di visione su eventi come questi. Sinceramente credo possa essere un buon suggerimento per tutti gli appassionati, dunque condivido la figata di aver trovato “il canale” che mi ha dato la svolta: “Eurosport 4k” al 410 del digitale Terrestre (e in 4k entrando da Timvision Box o da Smart tv 4k), c’è tutto sui Giochi Olimpici Tokyo 2020!

Ve la dico completa, parentesi nerd: Eurosport fa parte di TimVision, per cui a prescindere avevo già smollato i singoli abbonamenti a Disney+, Netflix, Prime Video (da bingewatcher affamato), e li ho ritrovati tutti sulla stessa piattaforma, mi vedo la qualunque, ma in più ho DAZN, Mediaset, Discovery+, Eurosport, Turner, Viacom CBS, Chili e VatiVision, e, dal 23 luglio, in 4K mi ha aperto il mondo delle Olimpiadi come meglio non poteva. Suggerimento ulteriore da ultra nerd, alcune produzioni originali spaccano, in particolare le interviste di Frankie Hi NRG ai rapper italiani, oltre, ovviamente a film top e serie TV in anteprima.

Ma tornando alle Olimpiadi, mi auguro che lo spirito possa essere un po’ meno di attrito tra culture e nazionalità e più votato a quella competitività che innalza gli animi per merito e riconoscimento di sacrificio, per stima e rispetto.

Ci ritroviamo qui, tra una settimana, promesso.

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