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Luis Enrique, l’allenatore della Spagna e il lutto per la figlia Xana: morta a 9 anni per un cancro alle ossa

Determinato ma mai arrogante. Forte, nonostante l'immenso dolore per la morte di Xana, la figlia di 9 anni che stava combattendo contro un tumore alle ossa. Le parole di Luis Enrique dopo la sconfitta della Spagna confermano ancora una volta la sua sportività e signorilità

di F. Q.

Ironico, determinato, umano: così si potrebbe descrivere Luis Enrique, il CT della Nazionale spagnola. Appassionato di calcio fin da bambino, inizia a giocare nelle giovanili dello Sporting Gijòn e da quel momento, prima nel ruolo di calciatore, poi in quello di allenatore (Barcellona, Roma), non è mai uscito dal campo. Solo una pausa nel 2019. Esattamente il 19 giugno di due anni fa si dimette da allenatore della Spagna per gravi motivi personali inizialmente tenuti nascosti. Una lunga pausa di 6 mesi che cela una drammatica lotta: quella della figlia Xana, nove anni, contro un cancro alle ossa che alla fine l’ha uccisa.

“Nostra figlia Xana è venuta a mancare questa sera all’età di nove anni dopo aver lottato per cinque lunghi mesi contro un osteosarcoma. Ci mancherai tantissimo, ma ti ricorderemo ogni giorno della nostra vita, con la speranza che un giorno ci incontreremo di nuovo. Sarai la stella che guiderà la nostra famiglia. Riposa in pace, Xanita”, scriverà la famiglia in una nota poco dopo la morte della piccola, avvenuta il 26 agosto 2019.

In quell’occasione il calcio italiano si strinse attorno a lui: “Una notizia che mi addolora molto, a te e alla tua famiglia vanno le più sentite condoglianze”, scrisse Roberto Mancini. Ma anche Francesco Totti: “Non ci sono parole.. Riposa in pace piccola stella” e Christian Vieri: “Xana è volata in cielo, preghiamo per la famiglia di Luis Enrique”. Un cordoglio di affetto e amore che Enrique, tornato a sedere sulla panchina della Nazionale spagnola qualche mese dopo, non ha mai dimenticato.

Lo si evince chiaramente dall’abbraccio con Daniele De Rossi poco prima della partita di ieri 6 luglio contro l’Italia o dalle risate e le battute con Federico Chiesa, autore tra l’altro del primo goal della nostra Nazionale. Ma in realtà lo ha dichiarato lui stesso poco dopo la partita: “Sono felice per quello che ho visto. Ho goduto di una partita di alto livello con due squadre forti che cercavano di giocare un bel calcio, è stato uno spettacolo per i tifosi. Voglio fare i complimenti all’Italia, spero che in finale possa cercare di vincere questo Europeo. Tiferò per gli azzurri”, ha detto. Un signore del pallone. Un uomo che ha solo da insegnare.

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