Nuovo terremoto giudiziario sull’amministrazione comunale di Foggia. Gli uomini della Squadra mobile, su provvedimento firmato dal gip Antonio Sicuranza, hanno posto agli arresti domiciliari con le accuse di corruzione e tentata concussione il sindaco dimissionario Franco Landella, della Lega. Operazione eseguita questa mattina al termine delle indagini condotte dalla polizia di Foggia e dal Servizio centrale operativo (Sco), con il coordinamento della locale Procura della Repubblica (pubblici ministeri Roberta Bray ed Enrico Infante).

L’ipotesi di corruzione riguarda una presunte tangente di 32mila euro intascata dall’imprenditore edile Paolo Tonti (anch’egli ai domiciliari) per il rinnovo di una proroga di concessione urbanistica. La tentata concussione, invece, “ha per oggetto una richiesta di 500mila euro, poi scesa a 300mila euro, all’agente di una società, la Gi.One, che si occupa di riqualificazione e adeguamento impianti di pubblica illuminazione per il Comune”, ha spiegato in conferenza stampa il procuratore capo Ludovico Vaccaro. “Le fonti di prova sono tante”, ha aggiunto, “dalle dichiarazioni della parte offesa alle intercettazioni ambientali. Noi avevamo chiesto il carcere, il gip ha gradato la misura con i domiciliari, ma ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza e le esigenze cautelari”.

Misure cautelari sono state eseguite anche nei confronti di altre cinque persone, accusate di corruzione. Ai domiciliari i consiglieri comunali di maggioranza Dario Iacovangelo, Antonio Capotosto e Leonardo Iaccarino (ex presidente dell’assemblea, famoso per aver sparato dal balcone di casa lo scorso Capodanno), gli ultimi due già arrestati per corruzione, tentata induzione indebita e peculato il 30 aprile nell’ambito di un diverso procedimento e sospesi dalla carica. Iaccarino si trovava in carcere fino a pochi giorni fa. Per la moglie di Landella, la dipendente comunale Daniela Di Donna, è stata disposta la sospensione dal servizio.

Le persone sottoposte a indagine, però, “sono molte di più: ci sono altri consiglieri comunali rimasti a piede libero”, ha fatto sapere il questore di Foggia Paolo Sirna. “L’inchiesta costituisce una tappa di un percorso più ampio”, ha dichiarato, facendo riferimento all’operazione “Nuvola d’oro” del 9 febbraio scorso che aveva portato agli arresti – per tentata induzione indebita a dare o promettere utilità – del consigliere comunale Bruno Longo, di un ex dipendente comunale, un medico in pensione e un imprenditore, tutti rimessi in libertà a distanza di qualche settimana. Longo è accusato di aver ricevuto una tangente da 35mila euro da un imprenditore che si era aggiudicato l’appalto per l’archiviazione dei dati informatici del comune.

“Quanto scritto dal gip nell’ordinanza di custodia cautelare può essere tradotto con queste altre parole: fare il pubblico amministratore è un dono. Invece questo dono è stato tradito. La collettività deve avere fiducia nelle istituzioni e questa operazione ha una funzione sociale molto importante in questo senso”, sostiene il questore.

Il sindaco Landella, esponente della Lega di Matteo Salvini, è stato eletto una prima volta nel 2014 e riconfermato nel 2019. Ha dato le dimissioni lo scorso 4 maggio, travolto dagli arresti che hanno riguardato, tra gli altri, gli stessi due consiglieri comunali interessati dal provvedimento di oggi. Lo scorso 1° maggio l’abitazione del sindaco era stata perquisita: gli agenti avevano sequestrato il suo cellulare e quello della moglie, oltre ad alcuni documenti e alla somma di 7mila euro in contanti. All’epoca Landella non risultava ancora indagato, ma il suo nome compariva negli atti delle inchieste che in questi mesi hanno interessato il Comune. A seguito della vicenda, al palazzo del Comune si è insediata una commissione di accesso nominata dal prefetto, su delega del ministero degli Interni, chiamata a studiare gli atti amministrativi per valutare l’eventualità di uno scioglimento per infiltrazioni mafiose.

Nella relazione che polizia, carabinieri, guardia di finanza e Dia hanno consegnato ai membri della commissione c’è infatti un intero paragrafo dedicato in cui si parla dei rapporti del sindaco con esponenti della “Società foggiana”: ad esempio, nella campagna per le Regionali 2010 – pur non essendo stato eletto – secondo gli atti Landella ha “annoverato tra i suoi più fattivi sostenitori alcuni componenti della famiglia Piserchia, noti pregiudicati in materia di traffico di stupefacenti”. Gli investigatori, inoltre, ricordano che la moglie Daniela è cugina di Claudio Di Donna, coinvolto nel 2009 in un’inchiesta per associazione mafiosa, e il figlio è stato denunciato per truffa aggravata in concorso con Francesca Bruno, compagna di Antonio Tizzano, figlio di Francesco Tizzano definito “esponente di rilievo della batteria Moretti-Pellegrino”.

“Ancora una volta la nostra città viene umiliata e vilipesa davanti le cronache di tutta Italia”, dice l’europarlamentare foggiano del Movimento 5 Stelle Mario Furore. “A Foggia manca da troppo tempo un senso di ordine morale e giuridico che va recuperato quanto prima. Lo Stato – dichiara – ha dato una sua risposta forte e concreta in questi ultimi mesi, ma molti pezzi di questa città non possono dire di aver fatto lo stesso, e anzi sono troppi quelli che hanno girato la testa dall’altra parte, permettendo ad un certo sistema di esistere”.

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