Lunedì il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha annunciato che nel decreto Sostegni bis atteso a giorni ci saranno “misure” per prorogare gli ammortizzatori anche oltre il mese di luglio. Ma ai 400 lavoratori della ex Embraco di Riva di Chieri, che a quel punto si ritroveranno licenziati, non basta. Da martedì sono in presidio permanente davanti alla sede della Regione Piemonte, in piazza Castello a Torino, per chiedere al governo di garantire un futuro a loro e ai 300 operai della Acc di Belluno consentendo la partenza del progetto Italcomp. Cioè il “polo italiano dei compressori” con capitale per il 70% pubblico annunciato lo scorso anno dalla sottosegretaria allo Sviluppo Alessandra Todde (m5s): un progetto fermato dalla crisi di governo e ora osteggiato dal nuovo ministro Giancarlo Giorgetti (Lega), il quale punta a una soluzione tutta privata che però non si sta concretizzando.

Il presidio, con tanto di tenda e cartelli con le scritte ‘Governo assente ingiustificato’ e ‘Giorgetti dove sei?’, è stato organizzato da Fim, Fiom, Uilm e Uglm Torino, in attesa dell’incontro convocato dal presidente del Piemonte, Alberto Cirio, per mercoledì 19 maggio. Cirio stesso si è schierato con i lavoratori: “Oggi la situazione l’abbiamo sbloccata con il ministro Orlando al quale abbiamo fatto un pressing dal primo giorno per garantire gli ammortizzatori sociali necessari a far sì che venisse approfondita meglio la proposta che il governo intende fare. Domani avremo un incontro particolarmente importante e rilevante. Andiamo avanti e, come abbiamo già fatto, se dovremo farci sentire anche a Bruxelles lo faremo perché è una situazione che non può passare sotto silenzio e deve obbligatoriamente trovare una soluzione”. Il riferimento a Bruxelles nasce dal fatto che a dicembre la Commissione ha chiesto altri 150 giorni di tempo per valutare il via libera alla garanzia di Stato sui 12,5 milioni di finanziamenti che erano necessari per pagare fornitori e stipendi. Bloccando, di fatto, la partenza di Italcomp.

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