Per la prima volta in 144 anni di storia, il Washington Post ha una direttrice donna. Si tratta di Sally Buzbee, giornalista 55enne che prenderà il posto dell’uscente Martin Baron, andato in pensione alla fine di febbraio dopo un mandato di otto anni e dieci premi Pulitzer. “Sono onorata di essere la prima donna in questo posto” ha detto la Buzbee, ex direttrice esecutiva e vicepresidente dell’Associated Press, la più importante agenzia di stampa statunitense. “Sono stata fortunata ad avere uno dei migliori incarichi nel giornalismo e sono entusiasta di accettare una sfida completamente nuova – ha aggiunto -. Il Post ha una forte eredità, uno staff impegnato e sta svolgendo alcuni dei lavori più innovativi per il coinvolgimento di un nuovo pubblico”.

La Buzbee comincia la sua carriera giornalistica come reporter a Topeka, in Kansas, lo stato dov’è nata, per poi diventare corrispondente da San Diego. Nel 1995 varca per la prima volta la soglia del Washington Post, dove arriva a diventare vicecapo. Nel 2004 poi passa in Ap e diventa editor dal Medio Oriente, dove fa base al Cairo e racconta tra gli altri la guerra in Iraq, il conflitto tra Israele e Hezbollah e la crescita delle cellule terroristiche tra Arabia Saudita e Yemen. Nel 2010 poi l’agenzia la promuove vicedirettrice affidandole la redazione di New York, e soprattutto la fondazione del Nerve Center, la sezione dell’Ap destinata al coordinamento delle notizie da tutto il mondo e la comunicazione con i lettori. Nel 2012 racconterà le elezioni che confermeranno la presidenza di Barack Obama e nel 2016 quelle che eleggeranno Donald Trump.

Il suo mandato al Washington Post comincerà il primo giugno, a capo di una redazione composta da più di 1000 persone, metà delle quali assunte dal momento in cui Jeff Bezos, fondatore di Amazon, ha acquisito la proprietà del giornale. Il miliardario aveva rilevato il giornale del Watergate, l’inchiesta giornalistica che nel 1974 contribuì alle dimissioni del presidente americano Richard Nixon, per 250 milioni di dollari dallo storico editore, la famiglia Graham. Con lui, dopo anni di crisi, durante i quali la proprietà fu costretta a vendere la storica sede del giornale, il Post è tornato in salute: da una circolazione di mezzo milione di copie nel 2013, il quotidiano conta oggi tre milioni di abbonamenti digitali, al secondo posto negli Usa dopo il New York Times.

La nomina di Sally Buzbee arriva sulla scia di altre che hanno trasformato al femminile la guida di importanti mezzi di informazione. L’italiana Alessandra Galloni è diventata un mese fa la prima direttrice della Reuters in 170 anni di storia dell’agenzia. Roula Khalaf è da un anno a capo del Financial Times, mentre Rebekah Mary Wade dirige il Sun e Zanny Beddoes l’Economist dal 2015, stesso anno in cui al Guardian è arrivata Katharine Viner. L’anno scorso Rashida Jones è diventata presidente di MsNbc, mentre a metà aprile Kimberly Godwin è stata nominata presidente di Abc News: la prima donna afro-americana a guidare i telegiornali di un grande network.

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