Il primo decreto Sostegni del governo Draghi, che distribuisce i contributi a fondo perduto sulla base della perdita media mensile di fatturato nel 2020, “ha garantito dei rimborsi molto veloci. Ma questa tempestività però non soddisfa il requisito dell’equità“. Il ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, in audizione prima del consiglio dei ministri che approverà la richiesta di un nuovo scostamento di bilancio per finanziare nuovi indennizzi, riconosce che gli aiuti arrivati agli operatori economici nei giorni scorsi sono insufficienti e soprattutto creano nuove disparità tra le attività danneggiate dalle restrizioni. Per questo, spiega, “ritengo che la chiusura del cerchio della entità effettiva di sostegno dato su un’attività produttiva debba essere basato sulla diminuzione del risultato economico“, cioè del margine operativo lordo calcolato come differenza tra fatturato e costi operativi: il criterio indicato pochi giorni dall‘Ufficio parlamentare di bilancio, che ha evidenziato come guardando a quel dato si capisca molto meglio quali comparti sono stati più penalizzati. “Questo garantirebbe a tutti di ottenere una risposta equa rispetto al danno effettivamente ricevuto”.

L’esponente della Lega ha anticipato dunque che “l’indirizzo è quello di replicare il modello di funzionamento sulla riduzione del fatturato già sperimentato col decreto di marzo” ma considerandolo come “una sorta di acconto“, mentre più avanti arriverebbe il saldo legato alla effettiva perdita di margine. Il problema sono i tempi: per conoscere il mol occorre un bilancio approvato, e i termini di presentazione causa pandemia sono stati prorogati. “Bisognerebbe dare l’opzione a chi si ritiene danneggiato di poterla comunque approvare e presentare prima“, secondo Giorgetti, ma “è molto più complicato, richiede 2-3 mesi in più e l’assistenza del sistema bancario“.

Nel decreto Sostegni Bis si valuterà anche, come chiesto dalle associazioni imprenditoriali, la possibilità di prolungare la scadenza per il rimborso dei prestiti garantiti dallo Stato per effetto dei decreti varati lo scorso anno. “Bisogna ragionare” se l’arco dei sei anni previsti originariamente, poi saliti a 10, “è compatibile con la capacità di recupero delle imprese”. Accanto a questo Forza Italia con la presidente dei senatori Anna Maria Bernini chiede lo stop a “tasse per servizi di cui non si è usufruito. Quindi stop a Tari, Tosap e Imu“.

Intanto è stato pubblicato il decreto firmato da Giorgetti, d’intesa con il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che riorganizza le funzioni e la composizione della Struttura per le crisi d’impresa. Il decreto potenzia l’organismo che supporta il vertice politico-amministrativo nella gestione dei tavoli di crisi, dotandolo di competenze professionali qualificate, funzionali a elaborare proposte operative e di intervento per il superamento delle crisi. L’obiettivo è individuare strumenti innovativi per favorire azioni di reindustrializzazione e riconversione delle aree colpite dalla crisi, nonché tutelare e salvaguardare i lavoratori coinvolti. La struttura avrà inoltre il compito di favorire l’attrazione di investimenti, sia attraverso investitori nazionali che internazionali, quale strumento per la risoluzione di crisi aziendali. Avrà un coordinatore nominato dal ministro a seguito di una procedura di selezione. Opererà in sinergia con i rappresentanti delle Regioni e degli Enti locali. Potranno, inoltre, essere coinvolti rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni imprenditoriali.

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Il governo chiede 40 miliardi di scostamento di bilancio. Nel prossimo decreto aiuti anche sui costi fissi. Pil 2021 a +4,5%, meno del previsto

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