È arrivato il via libera della commissione Trasporti della Camera al testo per l’istituzione di una nuova commissione d’inchiesta sulla strage del Moby Prince, avvenuta il 10 aprile 1991 nel mare di Livorno (morirono 140 persone). Dopo il vaglio delle altre Commissioni, tra le quali quella Giustizia, il testo di orientamento della nuova indagine parlamentare è rimasto quello di cui ha già parlato nei giorni scorsi ilfattoquotidiano.it. Partito Democratico e Movimento 5 Stelle, promotori dell’iniziativa insieme alla Lega, spingono per una calendarizzazione rapida del voto nell’aula di Montecitorio, da anticipare rispetto a mese di giugno come attualmente previsto dal calendario dei lavori. “Il Partito Democratico chiederà al presidente Fico di anticipare la calendarizzazione in aula del provvedimento – dichiara Andrea Romano (Pd), candidato a presiedere la commissione – è possibile discuterlo e approvarlo già nel mese di maggio raccogliendo così l’alto e pressante invito venuto dal presidente della Repubblica per il trentennale della tragedia”. Mattarella aveva parlato del carattere “inderogabile di ogni impegno a fare piena luce” sulle “responsabilità dell’incidente” che portò al disastro “sulle circostanze che l’hanno determinato”.

La commissione sarà monocamerale e alla Camera e per questo decadrà con la fine della legislatura. Romano, peraltro, il 10 aprile, durante una diretta video coi familiari delle vittime per il trentennale dalla tragedia, aveva detto di raccogliere l’appello delle associazioni per estendere una prosecuzione dei lavori oltre la legislatura in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi fissati – una prerogativa propria delle commissioni d’inchiesta bicamerali – annunciando la possibilità in corso d’opera di approvare proprio una proposta di estensione bicamerale dell’indagine.

La nuova inchiesta parlamentare nasce sulla scia dei risultati della precedente commissione del Senato che ha riscritto la storia della vicenda e portato Procura di Livorno e Dda di Firenze ad indagare nuovamente sul caso ipotizzando il reato di strage. Secondo il testo approvato oggi in via definitiva la nuova Commissione dovrà “accertare con la massima precisione le cause della collisione del traghetto con la petroliera statale Agip Abruzzo” e soprattutto “le circostanze della morte di centoquaranta persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio” con le relative responsabilità personali e istituzionali.

Per dirimere il mistero della dinamica della collisione, ricondotta dalla precedente inchiesta parlamentare ad una non accertata “turbativa della navigazione” del traghetto appena partito dalle banchine del porto di Livorno, la commissione vuole riuscire là dove lo Stato finora ha sempre fallito ovvero l’acquisizione di “tracciati radar e rilevazioni satellitari di qualsiasi provenienza” finora sempre negati dal comando militare Usa e da altri paesi Nato. Infine l’inchiesta dovrà finire di accertare le piste investigative avviate dalla precedente inchiesta del Senato: motivi e responsabilità del mancato coordinamento pubblico del soccorso verso il salvataggio delle 140 persone rimaste nel Moby Prince dopo l’avvio dell’incendio- dove moriranno per intossicazione in ore di attesa e agonia – e infine l’approfondimento della pista assicurativa con l’acquisizione delle perizie mancanti conservate dalla Charles Taylor & Company di Londra e dalla The Standard Steamship Owners delle Bermuda.

Il primo voto di Montecitorio è salutato con soddisfazione dalle associazioni delle famiglie delle vittime del Moby Prince, 10 aprile e 140: “I proponenti delle tre proposte di legge, poco prima del trentennale, avevano preso la decisione di arrivare con un testo unico e così è stato – dichiarano Luchino Chessa e Nicola Rosetti – E’ stata una scelta importante che va oltre ogni steccato ideologico, una scelta di grande sensibilità, spinta dalla voglia di verità e giustizia. Sempre di più politica e istituzioni sono al nostro fianco e ci sentiamo meno soli”. Chessa e Rosetti si augurano ora che arrivi presto il voto finale in Aula. Con l’occasione, però, i familiari delle vittime sottolineano che “la causa civile intentata dai familiari delle vittime presso la sezione civile del tribunale di Firenze è stata respinta, anche sulla base di una richiesta dell’avvocatura di Stato, con la giustificazione che gli atti della commissione parlamentare hanno valenza unicamente politica. Ma non è così e speriamo che sia l’ultimo cortocircuito dello Stato”.