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Liliana Segre: “Patrick Zaki? Sarò sempre presente quando si parla di libertà. Ricordo cosa si prova da innocente in prigione”

La senatrice a vita spiega perché ha deciso di presentarsi in Senato in sostegno di Patrick Zaki: "Ci sono delle occasioni in cui uno deve vincere le forze che non sono sempre brillantissime. Ricordo cosa sono i giorni passati dentro la cella, quando non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra"
Liliana Segre: “Patrick Zaki? Sarò sempre presente quando si parla di libertà. Ricordo cosa si prova da innocente in prigione”
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“C’è qualcosa nella storia di Patrick Zaki che prende in modo particolare, ed è ricordare quando un innocente è in prigione. Questo l’ho provato anch’io e sarò sempre presente, almeno spiritualmente quando si parla di libertà”. Con queste parole Liliana Segre ha spiegato, intervistata da Radio Popolare, il motivo per cui ha deciso di andare in Senato per votare a favore della mozione per la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. La senatrice a vita, testimone del dramma della Shoah, ha 90 anni e a causa dell’emergenza sanitaria ha ridotto le sue partecipazioni ai lavori parlamentari, ma oggi ha deciso di partire da Milano per andare in Parlamento ed esprimersi a favore.

L’ordine del giorno, che è stato approvato dall’Aula con 208 voti a favore e nessun voto contrario, non è vincolante e il voto della Segre non sarebbe stato decisivo, ma la senatrice ha deciso di partecipare per esprimere tutta la sua vicinanza alla causa. “Ho fatto questo viaggio – ha raccontato – perché ci sono delle occasioni in cui uno deve vincere le forze che non sono sempre brillantissime. Ricordo cosa sono i giorni passati dentro la cella, quando non si sa se preferire la porta chiusa o che si apra e qualcuno entri e ti faccia o ti dica qualcosa che ti possa far soffrire ancora di più”. Segre si è detta molto contenta di questa iniziativa :”Sarò sempre presente almeno spiritualmente quando si parla di libertà”.

Segre, che per anni ha girato le scuole per raccontare la sua testimonianza di sopravvissuta alla Shoah, a ottobre scorso è intervenuta per l’ultima volta pubblicamente. E per farlo ha a scelto la Cittadella della Pace, nel borgo di Rondine (Arezzo), dove è stata inaugurata l’Arena di Janine: uno spazio intitolato alla giovane amica che Segre non riuscì a salutare prima che venisse condotta nelle camere a gas di Auschwitz. “Sono stata clandestina e richiedente asilo. So cosa vuol dire essere respinti. Si può essere respinti in tanti modi”, ha raccontato.

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