Io sopravvissuto al Pd? La cosa più importante è che è sopravvissuto il Pd, questo era l’obiettivo. Era morto quando l’ho preso io, nel 2018: sconfitto, diviso come non mai, con delle scissioni“. Così, nella trasmissione “Dimartedì” (La7), Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio ed ex segretario dem, risponde a una domanda ironica del conduttore Giovanni Floris.
E aggiunge: “Io ho sempre avuto un obiettivo: un grande Pd in una grande alleanza. E ce l’avevamo anche fatta, perché eravamo il primo partito, avevamo vinto le amministrative e le regionali. Ma quando ho capito che non era più possibile andare avanti, sono stato contento di aver fatto un atto politico e un passaggio di testimone. Queste ore dimostrano che il Pd è e rimane un soggetto politico che organizza l’alternativa alle destre.. Quindi, non solo sono sopravvissuto ma sono anche contento”.

Il politico ripercorre il bilancio della sua direzione: “Noi nel marzo del 2019 abbiamo dato all’Italia un governo che ha salvato la democrazia italiana, sconfiggendo una deriva sovranista e anti-eruopea che, tanto più con la pandemia da covid, avrebbe stroncato questo Paese. Se oggi Draghi scrive il Recovery Plan, è grazie a quella storia. E io ho difeso quella storia. Poi si è aperta una nuova fase, perché – spiega – quel progetto non aveva più le gambe. E mi sono accorto che per ricostruire le condizioni minime per andare avanti e per riunire le forze serviva uno choc. In ogni atto politico c’è un elemento di rischio. E io ho rischiato, però ho vinto anche stavolta. Abbiamo vinto tutti nel Pd, perché oggi c’è un ottimo segretario che continua un’ottima linea politica e che ha riunito attorno a sé una larga maggioranza”.

Zingaretti, infine, respinge l’ipotesi di candidarsi a sindaco di Roma e al vicedirettore del Corriere della Sera, Antonio Polito, che attribuisce la sua decisione perché è in lizza Virginia Raggi per il M5s replica con toni inflessibili: “Io sono presidente della Regione Lazio fino al 2023 e voglio portare avanti il mio mandato. Mi auguro che questa mia comunità metta in campo altre risorse. Virginia Raggi non c’entra con la mia scelta – conclude – Se guardate le agenzie di stampa, io sono stato il primo a dire che consideravo la ricandidatura di Virginia Raggi una minaccia per Roma. E lo dico ancora oggi. Non confondiamo l’amore per Roma col basso calcolo delle alleanze politiche. Il mio giudizio non cambia. Ma non mi candiderò a sindaco di Roma, perché io faccio il presidente regionale e voglio continuare a portare avanti questa missione”.

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