Carlo Cottarelli in politica? Magari ce ne fossero! Magari la politica riuscisse finalmente a parlare di contenuti senza perdersi nella propaganda. Diciamola tutta, anche da destra, meglio un Cottarelli che mille Matteo Salvini! Perché la politica deve tornare ad avere il coraggio di dare priorità, di ragionare su idee programmatiche, sopratutto in un paese come l’Italia bloccato dalla burocrazia e dal virus letale della cattiva politica di stampo sovranista e populista.

La Buona Destra, che terrà il suo congresso fondativo a Roma il prossimo autunno e che ad oggi conta più di cento comitati in tutta Italia, non può che guardare con interesse a ciò che si sta muovendo intorno a Carlo Calenda e Carlo Cottarelli. Una buona politica in Italia deve avere l’obiettivo dichiarato di contrastare culturalmente e politicamente il partito unico della spesa in nome di più investimenti per il futuro strategici.

E ancora: investire nell’istruzione e nella ricerca contro ogni forma di clientelismo e baronie; trasparenza nella gestione amministrativa della cosa pubblica e snellimento della burocrazia, vero cancro che corrode il Paese dall’interno. L’Italia si salva solo riscoprendo il decisionismo di una politica che sappia assumersi le proprie responsabilità, tornando ad essere guida e riferimento dei processi di sviluppo.

E allora è logico che in questo contesto una destra di governo non possa che trovarsi più vicina alle posizioni di Carlo Cottarelli che non a qualsiasi declinazione del sovranismo meloniano e salviniano. Ancora: meglio un Cottarelli che mille Salvini! Perché l’obiettivo da perseguire e da raggiungere è lì ed è molto chiaro: tracciare una linea di demarcazione sempre più netta tra la buona politica, capace di decidere per il futuro dell’Italia, e la cattiva politica, che rincorre il presente senza curarsi delle prospettive del domani.

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