Risale lo spread, la differenza di rendimento tra titoli di Stato decennali italiani e tedeschi che fotografa il livello di rischio che i mercati attribuiscono al nostro paese. Dopo essere sceso ripetutamente sotto i 90 punti nei giorni di formazione del nuovo governo, il differenziale ha chiuso oggi a 99,5 punti. Il rendimento di un Btp a 10 anni è tornato sopra lo 0,6% (0,64%). Il movimento al rialzo non è solo italiano ma si inquadra nell’ ampliamento generalizzato dei differenziali dell’area euro, in deciso rialzo sono anche gli spread Germania-Francia e Germania-Spagna. Secondo alcuni operatori gli investitori iniziano a temere una ripresa dell’inflazione e abbandonano titoli di Stato con rendimenti estremamente modesti.

Deboli le borse Parigi ha perso lo 0,6%, Milano l’1,1%, Londra l’ 1,4%, Francoforte con un più contenuto – 0,1%.

Le borse hanno risentito anche notizie arrivate da Francoforte. La Banca centrale europea ha espresso “preoccupazione” per il fatto che, sebbene i leader europei avessero deciso di fornire “il più ampio pacchetto di sostegno mai finanziato dal bilancio dell’Ue”, ossia il Recovery Fund, “i progressi nell’attuazione siano lenti e impegnativi“. Emerge dai verbali della Bce circa l’ultima riunione di gennaio, in cui si sottolinea che deve diventare operativo “senza indugio”. Per cui gli Stati membri devono “accelerare il processo di ratifica, finalizzare prontamente i loro piani di ripresa e resilienza”. – Gli ultimi dati e le previsioni recenti indicano prospettive “complessivamente più ottimistica per l’attività globale di quanto previsto in precedenza”, grazie ad una crescita economica “più forte negli Stati Uniti, ma anche su forti dati economici provenienti dalla Cina e dall’accordo commerciale Ue-Regno Unito”, si legge sempre nei verbali dove si specifica che la Bce “deve essere pronta ad utilizzare tutti i suoi strumenti, in modo appropriato, per raggiungere gli obiettivi d’inflazione”.

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