La decisione del blocco permanente era già arrivata a inizio gennaio, e ora Twitter conferma che Donald Trump non potrà mai più accedere al sito di microblogging. Dunque, anche nel caso in cui l’ex presidente volesse ricandidarsi, non avrebbe accesso al suo account. Quando “si è rimossi dalla piattaforma si è rimossi a prescindere” dalla carica, ovvero “se si è un commentatore, un direttore finanziario, un attuale o un ex funzionario pubblico”, ha dichiarato il chief financial officer di Twitter Ned Segal in un’intervista a Cnbc.

La sospensione permanente decisa dal social a gennaio è la ‘sanzione’ più dura prevista da Twitter, che non si può aggirare, come spiegato nell’help center del social. “Ricordatevi che la nostra politica ha come principio quello di garantire che non venga permesso l’incitamento alla violenza”, ha aggiunto Segal. A gennaio, a tre giorni dall’assalto al Congresso che ha determinato anche l’avvio del secondo impeachment per il tycoon, l’azienda aveva deciso di congelare il profilo dell’inquilino della Casa Bianca proprio per il rischio che incitasse “ulteriormente la violenza“.

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