di Angelo Bonelli

“Chi conosce l’Arabia Saudita sa che sotto la leadership del principe bin Salman sta attuando il più ambizioso progetto della storia della regione, che prevede notevoli passi in avanti nella cultura, nell’innovazione e nel campo dei diritti”. Sono le parole di Renzi in un’intervista rilasciata a La Repubblica per motivare il suo viaggio e collaborazione con la Future investment initiative, da cui percepisce 80mila euro l’anno e che ha pagato il suo viaggio di ritorno in jet privato a Roma da Riyad.

Cerchiamo di capire cos’è questo progetto a cui fa riferimento il leader di Italia Viva che è andato a sostenerlo nella capitale saudita alcuni giorni fa in piena crisi di governo.

Spiagge che si illuminano al buio, nuvole e pioggia artificiali, droni di taxi volanti, una luna artificiale, treni ad alta velocità, maggiordomi robotici per pulire le case dei residenti e un’attrazione in stile Jurassic Park con lucertole animatronic e insegnanti sotto forma di ologrammi: è “The Line”, una città che si sviluppa lungo una striscia di 172 km, 33 volte più grande della città di New York, tutta robotizzata, che sorgerà nella regione desertica di Tabuk su volere del principe saudita Mohamed bin Salman (Mbs) che ha deciso di investire in questo progetto – dal nome Neom – 500 miliardi di dollari.

Mbs, che è accusato di essere il mandante dell’uccisione del giornalista del Washington Post Jamal Khashoggi, tagliato a pezzi nell’ambasciata saudita di Istanbul nel 2018, ha presentato pochi giorni fa a Riad insieme a Matteo Renzi il progetto descritto come il nuovo Rinascimento.

Il 10 gennaio scorso il principe ereditario Mbs, in un video di presentazione di The Line, definisce “La Linea” una “rivoluzione di civiltà” che sarà abitata da un milione di persone provenienti da tutto il mondo. Il film inizia con un rapido montaggio delle più grandi scoperte scientifiche e tecniche del XX secolo, inclusa un’immagine del re fondatore dell’Arabia. Mbs presenta questo nuovo mondo: nessun viaggio durerà più di 20 minuti! Il progetto di Neom descrive “un nuovo modo di vivere dalla nascita alla morte che raggiunge mutazioni genetiche per aumentare la forza umana e il Qi”. Dicono proprio questo!

Quello che il video promozionale del principe Mbs non fa vedere e dice è che ci sono già oltre 20.000 persone che vivono in pace con la natura nella stessa zona: è la comunità tribale degli Huwaitat che da secoli vive in quel territorio. Il regno saudita ha ordinato lo sfratto dalle loro case per realizzare il progetto, inserito nell’ambito del programma Saudi Vision 2030.

Un leader di questa tribù, Abdul Rahim Al-Hwaiti, il 13 aprile 2020 viene drammaticamente ucciso in un assalto da parte delle forze di sicurezza saudite perché si era rifiutato di cedere la sua casa per far posto al progetto Neom. Alcuni giorni dopo l’uccisione di Abdul Rahim Al Hwaiti le forze speciali saudite hanno arrestato otto parenti e membri della tribù, perché anche loro si erano rifiutati di lasciare e consegnare le loro case.

Prima della sua morte, Abdul Rahim aveva pubblicato un video online in cui criticava Neom, dicendo che i residenti del villaggio erano stati allontanati con la forza dalle loro case dopo aver subito le pressioni del governo e rifiutato il risarcimento finanziario per trasferirsi. Nel video Abdul Rahim denunciava: “Le persone vengono portate via dalle loro case senza essere affatto d’accordo con ciò che sta accadendo; sono contrario all’allontanamento forzato delle persone. Non voglio partire, voglio restare a casa mia. Non voglio un risarcimento, non voglio niente. Voglio solo la mia casa … Hanno arrestato chiunque dicesse di essere contrario alla deportazione, non vogliono andarsene, vogliono rimanere nelle loro case, non vogliono soldi”.

Ventimila membri di questa tribù devono affrontare lo sfratto a causa del progetto, senza sapere dove potranno andare a vivere in futuro.

La distruzione delle comunità tribali coinvolte dal progetto Neom segue decenni di tensioni tra la Casa dei Sauditi e le tribù su cui ha governato dalla creazione dello Stato nel 1932. Il controllo sul territorio viene esercitato attraverso progetti di costruzione o la distruzione di alcuni siti del patrimonio. Nel 2017, le Nazioni Unite hanno condannato la demolizione forzata, realizzata con i bulldozer da parte del regno saudita, della città sciita murata di Awamia, nella regione del Qatif orientale, per violazione dei diritti umani, e 20.000 residenti su 30.000 sono fuggiti. Queste sono deportazioni di massa.

A Riad Renzi e il discusso principe saudita Bin Salman hanno parlato di Rinascimento in relazione ai progetti che la Future investment initiative, attraverso le società di riferimento come Neom e The Read Sea Development, vuole realizzare. Ma cosa c’entra il Rinascimento con la realizzazione sulle coste del Mar rosso in un’area marina protetta e incontaminata di 22 resort su 22 isole, di un aeroporto da un milione di passeggeri l’anno e della costruzione della città The Line che avvengono con lo spostamento forzato di decine di migliaia di persone?

Sia The Read Sea Development che Neom fanno parte del fondo sovrano dell’Arabia Saudita Pif (Public investment fund): stanno realizzando progetti di grande trasformazione e di aggressione alle risorse naturali con una grande operazione comunicativa da greenwashing.

Chi protesta in Arabia Saudita viene arrestato, i dissidenti muoiono in carcere e perseguitati. Come nel caso di Loujain al-Hatloul, attivista per i diritti delle donne condannata a 5 anni di carcere, insieme ad altre donne attiviste come Iman al-Nafjan, Aziza al-Yousef, Samar Badawi e Nasima al-Sada.

La democrazia, la difesa dell’ambiente e dei diritti umani dovrebbero essere il faro di politici illuminati che hanno a cuore il futuro del nostro pianeta: il senatore Matteo Renzi a Riad avrebbe dovuto chiedere la liberazione di chi si batte i diritti umani e smettere di sostenere progetti che nulla hanno a che vedere con il Rinascimento, perché sono interventi di vera e propria distruzione della memoria e storia di quei territori.

Non c’è alcuna visione del futuro come è stato detto nella conversazione a due tra il principe Salman e Renzi: solo un futuro cupo.

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