Poteva andare peggio. A gennaio il mercato italiano dell’auto parte con un -14,03% delle immatricolazioni rispetto a gennaio 2019, mese di riferimento in cui la pandemia doveva ancora manifestarsi con tutta la sua violenza nel nostro Paese. Apparentemente la flessione sarebbe allarmante. In realtà, considerando che il 2020 si è chiuso complessivamente con un -28%, nel primo mese del 2021 sarebbe potuta, per l’appunto, andare molto peggio. A gennaio quindi, complici anche due giornate lavorative in meno rispetto al corrispondente mese dello scorso anno, sono state immatricolate 134.001 autovetture (a parità di giorni lavorati, il calo del gennaio scorso è stato del 4,97%).

A sostenere il mercato sono stati anche i nuovi ecoincentivi, resi disponibili dal 18 gennaio: dei 250 milioni riservati alle vetture con emissioni di CO2 da 61 a 135 gr/km – quelle più richieste dal mercato – circa 80 sono già stati consumati. “con ogni probabilità, all’inizio di aprile i fondi per gli incentivi di questa fascia saranno esauriti”, afferma il Centro Studi Promotor, “mentre lo stanziamento per le vetture con emissioni di CO2 da 0 a 60 gr/km dovrebbe essere sufficiente per tutto il 2021”. Per continuare a sostenere il mercato dell’auto e con il mercato dell’auto l’economia – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del CSP – è “necessario che il Governo provveda ad integrare in maniera sollecita e adeguata lo stanziamento per incentivi alle auto con alimentazione tradizionale (benzina, gasolio, gpl e metano) con emissioni di CO2 non superiori a 135 gr/km”.

In calo tutti i segmenti del mercato, in particolare city car, medie e lusso, mentre flessioni più ridimensionate interessano le medie superiori del segmento D. In flessione anche tutte le carrozzerie, con un calo inferiore del 7,7% per i crossover che arrivano a sfiorare il 37% di quota, mentre le sportive archiviano il mese in positivo.

Scendono del 6,6% le emissioni medie di CO2 delle nuove immatricolazioni, calcolate sui valori Wltp, che passano dal 137,7 g/km del gennaio 2020 ai 128,6 g/km attuali. L’analisi delle immatricolazioni per fascia di CO2 evidenzia un incremento a doppia cifra per le fasce incentivate fino a 135 g/km (che raggiunge la tripla cifra per la fascia 21-60 g/km), una flessione del 47% per la fascia da 136 a 190 e per quelle oltre 190 g/km penalizzate dall’Ecomalus.

“In questo scenario la nostra stima per il mercato delle autovetture nel 2021 è di 1.550.000 immatricolazioni, che indica un andamento positivo del +12% rispetto all’annus horribilis appena chiuso, ma che va letta in relazione al trend pre pandemia: parliamo ancora di un pesante calo del 19% rispetto ai livelli 2019 e non è certamente una stima prudenziale”, afferma in una nota ufficiale Michele Crisci, Presidente dell’Unrae, l’Associazione delle Case automobilistiche estere.

“I programmi del PNRR rappresentano un’occasione storica per l’Italia, fondamentali per il decollo della mobilità verde e il rilancio del settore automotive, con benefici per l’ambiente la stabilità occupazionale e il bilancio dello Stato”, conclude Crisci: “In questo quadro, il nostro settore può giocare un ruolo centrale per il riavvio dell’economia, attraverso tre pilastri strategici su cui convogliare le risorse disponibili: un corretto supporto allo sviluppo della mobilità green, rispettando la neutralità tecnologica; la realizzazione di infrastrutture di rifornimento per i veicoli di nuova generazione; una maggiore competitività delle aziende italiane, allineando la fiscalità delle imprese che si avvalgono di auto aziendali a quella dei principali Paesi europei, riducendo il gap competitivo di cui soffrono”.

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