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Ultimo aggiornamento: 20:04 del 22 Gennaio 2021

Ex Ilva, Arcuri nella fabbrica ArcelorMittal di Genova: “Lo Stato cura tutti gli stabilimenti, si punti ad acciaio sempre più verde”

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A margine della commemorazione in ricordo di Guido Rossa (operaio, sindacalista e militante del Pci assassinato dalle BR nel 1979) l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, promette investimenti di Stato nell’acciaio attraverso l’imminente passaggio alla maggioranza della quota capitale dell’azienda siderurgica attualmente nelle mani di ArcelorMittal. L’Agenzia nazionale per lo sviluppo Invitalia, di proprietà del ministero dell’Economia e amministrata dal commissario straordinario per il contrasto dell’emergenza Covid, promette un rientro nella proprietà al 50% per poi passare alla maggioranza in un secondo momento. Dopo anni di commissariamento e la contestata gestione ArcelorMittal, per i delegati sindacali “bisogna fare investimenti subito”, come ribadisce al microfono l’rsu della Fiom, Armando Palombo.

Salvo colpi di scena la cogestione diretta degli stabilimenti Mittal da parte dello Stato partirà a febbraio: “L’ingresso dello Stato del capitale avrà a che fare con la volontà di prendersi cura di tutti gli stabilimenti che ci sono in Italia – anticipa Arcuri – il piano di investimenti che è stato approvato prevede un impegno di 3,1 miliardi e avranno a che fare col rinnovamento dei sistemi produttivi in tutti gli stabilimenti italiani, con la necessità di fare operazioni di manutenzione straordinaria e ordinaria ma anche la realizzazione di un forno elettrico”. Per lo Stato l’obiettivo prioritario sarebbe quindi cercare di conciliare lavoro e salute:“Il nostro obiettivo è far diventare l’ex-Ilva leader nella produzione dell’acciaio verde”. Per il segretario genovese della Fiom, Bruno Manganaro, “la presenza dello Stato è un messaggio positivo che però deve tradursi in fatti concreti. Per fare i fatti ci vuole un piano industriale discussi con noi e servono investimenti perché la siderurgia nel mondo è ripartita, sono ripartite le produzioni, il valore dell’acciaio aumenta e l’industria ha bisogno di acciaio. Quindi non si possono aspettare due-tre anni come dice il piano industriale ma gli investimenti servono subito”.

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