Non è mai accaduto nella storia che si vaccina mentre c’è trasmissione di un virus. Quindi, bisogna ridurre il numero dei positivi, perché solo così diminuisce la probabilità che si generino varianti resistenti. Basterebbe fare un reset di 3-4 settimane per vaccinare più persone possibile“. Sono le parole pronunciate a “Piazzapulita” (La7) da Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia e virologia dell’Azienda ospedaliera/Università di Padova.

Il virologo spiega l’assoluta necessità di vaccinare il più velocemente possibile, perché “più il virus si trasmette più genera mutazioni”. E si sofferma sulla variante inglese: “Si trasmette sicuramente si trasmette in modo molto più efficiente. Non ci sono abbastanza dati che dimostrino che dia sintomatologia più grave. Tuttavia, il fatto che si trasmetta più velocemente ha un grande impatto sul vaccino e preoccupa, perché alza la soglia dell’immunità di gregge. Con la variante inglese per avere l’immunità di gregge si dovrebbe vaccinare il 90% della popolazione anziché il 70-75%. E’ un problema sia logistico, sia legislativo – spiega – perché si dovrebbe imporre l’obbligatorietà del vaccino per raggiungere quei livelli. Purtroppo non c’è modo di fermare la variante inglese in questo momento, a meno che non blocchiamo la trasmissione del virus con il lockdown. In caso contrario, prima o poi entrerà in Italia. La strategia delle zone colorate non è sicuramente la strada per arrivare al controllo dell’epidemia”.

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