“La Costituzione sancisce la libertà di scelta. Ma se la scelta di non curarsi mette a rischio la salute degli altri è quest’ultima che deve prevalere”. A dirlo è Franco Locatelli, oncoematologo pediatrico, presidente del Consiglio superiore di sanità e membro del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile, che, in un’intervista a Repubblica, è intervenuto nel dibattito sull’eventualità di rendere obbligatorio il vaccino contro il Covid qualora l’adesione del personale sanitario alla campagna vaccinale dovesse rivelarsi scarsa. “Bisogna investire sul dialogo, il convincimento, la persuasione ma se non bastano si può dire che il vaccino è prerequisito per svolgere le attività sanitarie. Se faccio il medico ho bisogno della laurea in medicina, se mi occupo della salute degli altri e ho a disposizione un mezzo efficace per prevenire una malattia non posso assolutamente tirarmi indietro”, ha detto Locatelli commentando le numerose prese di posizione no-vax di questi giorni da parte di sanitari.

“Non ho alcun dubbio nel dire che anche nei confronti del resto della popolazione la strada giusta è quella della persuasione e del convincimento, non è utile creare contrapposizioni, serve, invece, far capire l’estrema utilità della vaccinazione“, ha aggiunto il professore. E sugli eventuali effetti collaterali che potrebbero emergere man mano che la campagna vaccinale entrerà nel vivo, “la comunicazione deve essere trasparente, obbiettiva ed esaustiva – ha chiarito Locatelli -. Senza paternalismi deve indicare benefici, l’immunità, e rischi, che sono effetti collaterali e reazioni avverse. È possibile che dopo la vaccinazione si abbia dolore al sito di iniezione, stanchezza, febbre, mal di testa o dolori ossei e muscolari. Gli episodi più enfatizzati sono le reazioni allergiche. Finora si è trattato di pochi casi, rientrati dopo una terapia adeguata”.

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