Nonostante l’epidemia pandemica che ha bloccato la quasi totalità degli eventi dal vivo, gli esports hanno continuato a incantare con il loro spettacolo competitivo grazie alle dirette in streaming dei tornei mentre i giocatori giocavano al sicuro a casa propria. Tra i videogiocatori che hanno contribuito significativamente a tenere alta la bandiera italiana in questo 2020 troviamo, ancora una volta, Riccardo “Reynor” Romiti, giocatore di Starcraft II, appena 18enne: un ragazzo indubbiamente più maturo di tanti suoi coetanei, con la testa sulle spalle e con il sogno realizzato di fare della propria passione una professione. Attualmente un giocatore dei QLASH, tra le più seguite organizzazioni esports in Italia e, ormai, nel mondo. È persino sponsorizzato Red Bull, esattamente come alcuni grandi sportivi.

I successi internazionali ormai non stupiscono più, eppure chi lo segue continua, giustamente, a emozionarsi per ogni sua vittoria su Starcraft II. Titolo un tempo appannaggio dei giocatori coreani, negli ultimi anni gli europei hanno ingranato la marcia, tra cui il nostro Reynor. Per Riccardo, dopo il secondo posto dietro Trap al mondiale delle WCS Global Finals 2019, nel 2020 sono arrivati il primo posto al DreamHack Summer Europe, la Top4 al DreamHack Summer: Finals, la vittoria alla Douyu Cup e il trionfo al DreamHack Masters Fall: Finals, per concludere i grandi tornei dell’anno con il secondo posto al DreamHack Masters Winter Europe e la Top 8 alla finale internazionale. Ma anche successi pubblici: è stato insignito due volte, sia nel 2019 che nel 2020, del premio di Best Player agli Italian Esports Awards organizzati da IIDEA.

Vincere, per Reynor, sembra un’attività instancabile. Sbaglio, Riccardo?
Decisamente no. Penso che vincere sia una delle sensazioni più belle che una persona possa provare quindi dubito mi stancherò mai.

Quanto è stato complicato prearare, e poi disputare e vincere, un torneo così importante come il Dreamhack Fall in una versione totalmente online?
Diciamo che ho dedicato veramente tanto a questo torneo. È stato il mio pensiero principale per tutto il periodo della competizione e mi sono allenato costantemente per molto tempo, anche sotto il profilo mentale. È molto importante essere preparati psicologicamente e rimanere sempre concentrati. Da disputare non è stato semplice, poi: penso che il Dreamhack sia uno dei tornei più difficili che si possa trovare al momento, colmo di avversari formidabili.

Oltre te, 18 anni, anche un altro piccolo fenomeno si sta facendo strada: il francese Clem, ormai anche lui capace di battere il finlandese Serral. È stato persino tuo compagno di squadra negli Exeed: quanto è diventato temibile come giocatore?
Clem ultimamente è migliorato molto. È un player molto veloce e abbastanza temibile anche se personalmente non lo reputo ancora al livello di Serral in molti aspetti. Sono sicuro però che ci arriverà presto.

Serral, finlandese, è uno dei migliori giocatori al mondo e il primo non-coreano a vincere il mondiale di Starcraft II nel 2018. Cosa è successo negli ultimi anni ai coreani? Perché improvvisamente non sembrano più così imbattibili? Sono cresciuti gli altri o si sono adagiati loro?
I coreani non sono peggiorati a parer mio: siamo noi non coreani che siamo migliorati a dismisura. Ora hanno finalmente qualcuno con cui competere. Sono curioso di vedere giocatori come Clem affrontare i coreani più esperti visto che ancora non ha moltissima esperienza.

Starcraft II è un gioco concettualmente anziano: come mai continua ad attirare così tanti appassionati, anche giovani?
Sono abbastanza convinto che il fattore principale è che Starcraft è veramente unico nel suo genere. Non si trovano titoli allo stesso modo così complessi e competitivi in circolazione e per chi cerca una sfida Starcraft è sicuramente il gioco giusto.

Nonostante una chiara e ovvia complessità. Se dovessi inserire Starcraft II in una scala di difficoltà da 1 a 10, in cui il 10 è il livello massimo di complessità, in che posizione lo inseriresti?
Sicuramente 10: penso che Starcraft sia il gioco più difficile attualmente esistente.

C’è davvero bisogno di Starcraft III o l’attuale titolo potrebbe andare avanti ancora per anni e anni?
Non credo ci sia bisogno di uno Starcraft 3 al momento. Gli spettatori stanno crescendo e finché il gioco continua ad essere supportato non vedo perché dovremmo trasferirci su un eventuale nuovo titolo.

Da qualche tempo hai trovato la tua dolce metà: cosa ne pensa lei della tua professione?
Lei mi supporta al 100%, è contentissima di quello che faccio e le piace guardarmi giocare. Sto cercando di insegnarle un po’ il gioco e ora sta iniziando a capirci decisametne abbastanza, almeno per poter seguire le mie partite.

Se potessi dare un consiglio a un nuovo e giovane player di Starcraft II che vorrebbe intraprendere la carriera competitiva, quale sarebbe?
Essere sempre costanti con l’allenamento è molto importante. Non arrendersi anche davanti agli ostacoli e alle difficoltà, guardare sempre i replay e cercare di imparare dai propri errori. Principalmente essere pazienti perché i risultati non arrivano dopo una settimana di gioco, né su Starcraft II né su qualsiasi altro titolo.

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