“Oggi avrà luogo la grande conferenza stampa di Vladimir Putin durante la quale lui o starà zitto riguardo al tentativo di omicidio organizzato contro di me per ordine suo oppure mentirà sfacciatamente“. Così l’oppositore Alexey Navalny è tornato ad attaccare il presidente russo a quattro mesi dal suo avvelenamento. parole alle quali ha replicato lo stesso Putin nel corso della conferenza stampa, definendo “ridicola” l’ipotesi di un avvelenamento da parte del Cremlino: “Se qualcuno avesse voluto avvelenarlo – ha aggiunto – avrebbe portato a termine il lavoro”.

“Per fare in modo che gli sia più difficile mentire vorrei ricordare di nuovo i fatti – ha scritto Navalny sul suo blog – Io e i miei rappresentanti abbiamo presentato due denunce al Comitato Investigativo, tre al ministero dell’Interno e una all’Fsb (i servizi di sicurezza interna russi, ndr), con la richiesta di avviare un procedimento penale per tentato omicidio, danni gravi alla salute e uso di armi chimiche. Abbiamo ricevuto risposta negativa da tutte le parti. Tutti i dinieghi sono stati oggetto di appello ai tribunali e anche lì abbiamo ricevuto risposta negativa”.

Il dissidente ha poi aggiunto che “i rappresentanti della procura ci hanno ufficialmente comunicato, durante una seduta del tribunale Basmanni, che né la procura né il Comitato Investigativo stanno indagando sul caso. Putin aveva già mentito dichiarando l’opposto durante l’incontro con il consiglio sociale. Io non ho mai avuto il diabete, né la pancreatite o altre malattie del genere. Queste ‘diagnosi’ hanno fatto ridere non solo i dottori in Germania ma anche quelli che erano arrivati a Omsk da Mosca. Il mio stato di salute il 20 agosto 2020 era buonissimo ed è facile controllarlo. Sono passati 4 mesi, non c’è procedimento penale, non ho diritti in qualità di parte lesa e non mi hanno restituito i miei vestiti. Abbiamo preso i popcorn. Stiamo aspettando”.

E il presidente non si è fatto attendere. “Perché avremmo dovuto avvelenarlo? È ridicolo“, ha dichiarato accusando l’oppositore di essere appoggiato dall’intelligence americana e affermando che i servizi segreti russi non avevano alcun interesse a ucciderlo: le accuse rivolte all’intelligence di Mosca e in particolare l’inchiesta giornalistica che ha rivelato i nomi dei presunti agenti sono un modo per legittimare “i materiali dei servizi segreti americani” e attaccare il governo russo, ha dichiarato. Se qualcuno avesse voluto avvelenare Navalny, avrebbe “portato la questione fino in fondo”.

“A proposito del paziente della clinica di Berlino – ha dichiarato Putin evitando come sempre di fare il nome di Navalny – sappiamo perfettamente di cosa si tratta. Non si tratta di un’indagine ma di una legittimazione dei materiali dei servizi segreti americani. Essi tracciano la geolocalizzazione, i nostri servizi lo sanno bene e usano i loro telefoni cellulari dove ritengono opportuno”. Putin ha quindi affermato che Navalny “è appoggiato dalle agenzie di intelligence americane” e che questo “significa che i nostri servizi devono tenerlo d’occhio“, ma “non vuol dire assolutamente che debba essere avvelenato”.

Nel pomeriggio il dissidente ha fatto sapere di essere stato interrogato “tutto il giorno” dai pm tedeschi su richiesta delle autorità russe. “Interrogatorio tutto il giorno. La procura tedesca mi ha interrogato su richiesta delle autorità russe”, ha scritto su Twitter.

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