Grazie all’Avv. Erich Grimaldi e soprattutto a valenti colleghi clinici come il prof. Cavanna, il dr. Mangiagalli di Milano e molti altri, tra i quali il sottoscritto, la III Sezione del Consiglio di Stato in data 10 dicembre 2020 ha accolto, in sede cautelare, il nostro ricorso e ha sospeso la nota del 22 luglio scorso di Aifa che vietava la prescrizione off label dell’idrossiclorochina per la lotta al Covid-19.

“La perdurante incertezza circa l’efficacia terapeutica dell’idrossiclorochina, ammessa dalla stessa Aifa a giustificazione dell’ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati – si legge nell’ordinanza – non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l’irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale”.

Nel dicembre del 1980, all’indomani del terremoto irpino, ero il più giovane specializzando in Farmacologia. Il mio maestro, il prof. Emilio Marmo, mi incaricò di fare “l’attendente personale” dell’anziano prof. Leonardo Donatelli. Da allora, il prof. Donatelli mi chiese ogni giorno non già di fare esperimenti e/o di scrivere lavori scientifici, ma di aiutarlo a recuperare dagli scantinati gli apparecchi per la valutazione della contrattilità degli organi isolati, quelli usati dai farmacologi negli anni Trenta. Mi sentivo in verità inutile ed umiliato.

Con grandissima pazienza e precisione, per alcune interminabili giornate, col prof. Donatelli passai il tempo ad allineare in coppia mobili per controllarne la perfetta simmetria e messa in piano. Recuperammo gli apparecchi per gli organi isolati e io fui addetto all’annerimento con candele accese dei fogli da stampa fotografica. Come usavano i farmacologi degli anni Trenta. Allineammo il tutto su due trumeau in parallelo e quindi li collegammo con un filo a piombo al centro. Non capivo cosa stessimo facendo. Sino a quando, alla fine del nostro lavoro di attenzione estrema e pazienza certosina, il prof. Donatelli avviò in sincronia i due apparecchi per organi isolati che cosi cominciarono a girare in sintonia e in parallelo.

Con mio enorme stupore, presi atto che Donatelli aveva realizzato, con strumenti degli anni Trenta, due perfetti, sensibilissimi ed efficienti “sismografi fai da te” con i quali per oltre un anno registrò tutte le scosse di assestamento che avvenivano a Napoli, passandone copia quotidiana al Consiglio di Facoltà.

Compresi allora la grandezza del maestro cui ero stato affidato: Donatelli, sopravvissuto ad una guerra mostruosa solo perché conosceva il russo, come ogni italiano dell’epoca aveva imparato a non sprecare nulla e a recuperare dalle esperienze precedenti tutto quello che poteva essere utile per sopravvivere al momento, senza aspettare aiuti o strumenti futuri. Ci insegnò che questo vale anche e soprattutto per i farmaci.

Non esistono farmaci “obsoleti” né farmaci “miracolosi” solo perché “innovativi”, e soprattutto possiamo parlare della validità d’uso clinico di farmaci e vaccini solo dopo, mai prima di averli a disposizione in farmacia. Uno degli errori più gravi che a mio avviso tutti stanno commettendo in questa pandemia, dai ministri ai ricercatori virologi e clinici, è quello di perdere tempo a parlare e illudere tutti con promesse di imminenti farmaci e vaccini, senza impegnarsi immediatamente e valutare sul campo per salvare la vita di tutti noi gli strumenti e i farmaci che abbiamo già a disposizione, a casa, e subito!

Non è ipotizzabile che i medici di famiglia abbiamo oggi, in piena seconda ondata, indicazioni cliniche e idee meno chiare rispetto persino alla prima ondata. Sarebbe obbligo dello Stato italiano – non certo di case farmaceutiche private – non boicottare ma incentivare studi clinici seri (che chiede la stessa Aifa) sui trattamenti precoci domiciliari con farmaci antichi ma efficaci e poco costosi come i cortisonici, le eparine a basso peso molecolare, la stessa idrossiclorochina.

Sono certo che così ci avrebbe indicato anche il prof. Donatelli. Usiamo subito e ri-studiamo al massimo farmaci che già abbiamo disponibili e/o a casa, dai cortisonici alle eparine alla idrossiclorochina! Non perdiamo tempo! Registriamo ancora troppi morti rispetto all’andamento della pandemia nel mondo.

Mi permetto di suggerire al ministro Roberto Speranza di recuperare la preziosissima esperienza di un altro grande ministro della Salute come Livia Turco, che istituì e fece funzionare il migliore gruppo di consulenti che abbia mai avuto un ministro della Salute italiano, chiamando grandi scienziati con un prerequisito indispensabile: dovevano essere pure ammalati e quindi avere esperienza sulla propria pelle delle virtù e dei difetti del nostro meraviglioso Sistema Sanitario Nazionale.

Sono certo che se il ministro Speranza avesse avuto come propri consulenti diretti medici che abbiano dovuto anche affrontare direttamente il Covid come ammalati e non come “star” in tv, avremmo ricevuto tutti indicazioni ministeriali più chiare per le terapie domiciliari precoci, che sembrano in contrasto persino con le pur restrittive indicazioni Aifa, senza dovere puntare, come soggetti a rischio e ammalati, tutte le nostre speranze su vaccini ancora non utilizzabili né certamente efficaci per almeno tutta la seconda ondata.

Articolo Precedente

Missione Luna, selezionati dalla Nasa i primi 18 astronauti: la metà sono donne. Anche Kock e Meir le prime a passeggiare nello spazio

next
Articolo Successivo

Coronavirus, Marco Malvaldi a FqMillennium: “Cantonate degli scienziati? Non mi stupiscono. Sono umani, hanno sempre litigato tra loro”

next