Il Pio Albergo Trivulzio è stato condannato per attività antisindacale. Il Tribunale del Lavoro di Milano ha considerato lesiva delle prerogative sindacali la sospensione di Pietro La Grassa, delegato della Funzione Pubblica Cgil. Per il giudice appare “evidente il carattere ritorsivo” del provvedimento “nei confronti di un sindacalista particolarmente impegnato”. La sospensione, scrive il giudice nella sentenza, “spiega una oggettiva efficacia intimidatoria nei confronti di tutti quei lavoratori” che “hanno intenzione di mettere in discussione l’operato del datore di lavoro e della dirigenza, di segnalare o chiedere chiarimenti su profili critici dell’organizzazione” con “particolare riferimento ai settori della sicurezza e della salute del lavoro, nonché di esprimere opinioni in un contesto pubblico che appartiene al libero esercizio dell’attività sindacale purché avvenga nel rispetto dei principi di continenza e di appropriatezza”.

Nei confronti di La Grassa, tecnico di farmacia del Pio Albergo Trivulzio con 31 anni di anzianità, sono state aperte 7 procedure disciplinari negli ultimi mesi. L’ultima risale allo scorso 12 novembre: sospensione di un mese dal servizio. Il provvedimento era stato recapitato al sindacalista subito dopo la pubblicazione su Il Fatto Quotidiano di un articolo di Gad Lerner che riportava dichiarazioni in merito al “clima di terrore” instaurato all’interno del polo geriatrico sotto inchiesta per le note vicende legate al Covid-19. La Grassa aveva raccontato che in soli due mesi erano state aperte 120 procedure disciplinari su medici, infermieri e altro personale della Baggina.

“Invitiamo il Pio Albergo Trivulzio a tornare sulla strada del dialogo e del confronto fra le parti sociali al fine di cercare le migliori soluzioni per i servizi, gli utenti ed i lavoratori ed abbandonare la strada della ritorsione”, scrive la Fp-Cgil Milano. “Al nostro delegato Pietro La Grassa facciamo i nostri auguri. La Funzione Pubblica Cgil proseguirà il suo lavoro a tutela dei lavoratori, della loro sicurezza e della loro salute – si legge nella nota del sindacato – Continueremo ad occuparci di organizzazione del lavoro e di funzionamento dei servizi. L’abbiamo sempre fatto. Lo faremo in futuro con il conforto di questa sentenza che definisce queste come nostre prerogative”.

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