Per ora la regione resta gialla, in attesa di una valutazione ad hoc. Perché? L’indice di contagio è salito notevolmente, passando da 1.29 a 1.64. L’incidenza dei positivi per 100mila abitanti a fine ottobre era a 633, ancora più bassa ad esempio di quella di Piemonte e Lombardia. Le verifiche sui dati regionali riguardano però i parametri sulla tenuta dei servizi sanitari: la situazione dei posti letto in Campania una settimana fa era considerata non valutabile per via di dati “parziali”. Ora si registra un forte peggioramento: le terapie intensive sono occupate al 23%, i posti letto nelle aree mediche al 31%. La probabilità di arrivare al sovraccarico è considerata superiore al 50 per cento, ma la valutazione generale del rischio resta moderata “con probabilità alta di progressione a rischio alto”. Il tracciamento sembra ancora reggere, ma il numero dei positivi trovati per casi testati è in aumento e ora al 18,1%.
Nelle altre regioni gialle – Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Molise, Provincia di Trento, Sardegna e Veneto – si segnala praticamente ovunque un aumento del numero di casi e di focolai. L’indice di contagio è particolarmente alto (sopra 1.5) in Molise, Friuli, Emilia-Romagna, Veneto e Trentino. L’incidenza più alta di positivi per popolazione (dopo la Campania) si registra in Veneto, dove è a 553 contagi per 100mila abitanti. Sempre nella regione di Luca Zaia è da segnalare un numero di positivi per casi testati superiore al 30%, mentre è superiore al 20% nel Lazio.

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Covid, i dati del monitoraggio regione per regione. Dall’indice contagio al sovraccarico degli ospedali: perché 5 ora sono arancioni

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