Mentre il governo colora le regioni in base alla gravità della pandemia, noi librai scopriamo che, per effetto dell’essere stati definiti “luoghi dell’anima” alla fine del primo lockdown, resteremo aperti in qualunque scenario, anche in caso di attacco zombie. Col Natale all’orizzonte, non possiamo che accogliere la notizia con spirito pratico e, finestre aperte e mascherina alzata, ci prepariamo a collaborare con Babbo Natale per alleviare, nei limiti del possibile, questo momento storico così difficile, convinti che pure ‘sto mattone di 2020 arriverà al suo epilogo, pur parendo stampato su infinite pagine di sabbia.

Qui a Roma poi, ‘sti giorni so’ resi ancora più pesanti dal saluto lento che la città deve al suo figlio più bello, er caro Gigi Proietti e, coperti da quella leggerezza capitolina che ridimensiona ogni dramma cucendolo in un bozzolo di garbata strafottenza, ce lo sentimo cantà da mane a sera in libreria per distrarci, mischiando lacrime e sorrisi. Del resto la vita va avanti e così le letture e, mai come in questo momento, c’è bisogno di pagine capaci di tenerci in casa, e soprattutto di allietare i più giovani e piccini. Passiamo quindi ai consigli di lettura!

Il primo titolo che vorrei suggerire è Che paura, nonno! di James Flora, che torna tra gli scaffali grazie al consueto lavoro di recupero degli amici di Cliquot. Questo albo illustrato macabro e sinistro, prossimo agli stili folli dei salami di Jacovitti e ai mostri selvatici di Sendak, vede il nonno raccontare al nipote le terribili avventure vissute in passato quando, tra scheletri giganti, streghe circondate da bimbi mutati in ragni, manone fluttuanti e spettri che guardano la Prova del vomito sulla tv dei fantasmi, si salvò grazie a un magico osso di pollo.

Uscito per la prima volta nel 1978, questo albo è molto lontano dagli stili oggi più in voga, e saprà catturare, legare a un palo e danzare selvaggiamente intorno al livello d’attenzione dei piccoli lettori, riconsolandoli col finale lieto e con un insolito tesoretto di spaventosi adesivi facendo loro ridere e sbattere denti dai cinque ai sette anni.

Come secondo suggerimento segnalo i fumetti game di Jonnyfer Jaypegg del folle Sio, editi da Panini Comics. Il tesoro degli alieni commestibili e Il segreto dei tre Corgi sono testi agili, molto illustrati, di rapida lettura e adeguati anche al pubblico dei genitori. Questi esperimenti narrativi interattivi, eredi della nobile tradizione anni Ottanta che ha nel mitico Lupo Solitario di Joe Dever il testimonial più riconoscibile, faranno vivere ai lettori dai sette agli undici anni avventure nonsense bizzarre ed esilaranti che, tra citazioni e riferimenti all’immaginario nerd più diffuso, offriranno decine di finali e di game over, mascherando la lettura in un’esperienza da videogioco. Non proprio libri ma adatti alla filosofia del “purché leggano” che, in tempi di iperconnettività, didattica a distanza e palestre chiuse, mi sembra sempre un ottimo compromesso, soprattutto se esilarante.

Il terzo suggerimento è per il ritorno di Sarah Spinazzola che, col Manuale di sopravvivenza alle scuole medie di Marcos y Marcos, irrompe nel settore ragazzi con la seconda avventura di Oliva. Dopo l’estate in campeggio de Il manuale di sopravvivenza senza genitori, in cui la protagonista scopriva l’importanza di redigere un vademecum di suggerimenti e soluzioni nate tramite osservazione scientifica dei propri guai, l’altissima Oliva scoprirà la necessità di aggiornare il prezioso testo con trovate e rimedi fondamentali per superare indenne l’ultimo giorno di prima media.

Dopo quasi mille ore di interrogazioni, brufoli e dispetti delle influencer da bagno, a pochissime ore dal rompete le righe, la protagonista si ritrova catapultata nello spettacolo teatrale di fine anno senza un solo giorno di prove a supporto, con la prospettiva di dover baciare vestita da teiera l’amato Frollo, sostenere i sentimenti del premuroso e odoroso Cipolla e respingere i sabotaggi della fanatica Shirley, annotando con fare certosino idee e trovate utili a parare i manrovesci di un destino ostile e accanito come un piccione dall’ottima mira. Un destino che non le ha permesso di farsi una migliore amica durante l’anno, che le ha fatto capire molto bene chi tenere d’occhio tra i ragazzi senza mai darle il coraggio di farsi avanti, e che la porta a scrivere sul suo diario, tra le molte lezioni di vita: “Fino a che non sarà suonata la campanella e tu non sarai uscito da scuola e arrivato a casa, potrà ancora succederti di tutto”.

Divertente, ritmato e fitto fino all’ultimo di colpi di scena, questo libro, adatto dagli 11 anni, sarà gradito anche ai maschietti curiosi di capire un po’ la psicologia delle ragazze della loro età, ridendo e condividendo le rispettive incertezze.

Infine vorrei segnalare uno dei libri più tosti che ho letto negli ultimi anni, Con le ali sbagliate di Gabriele Clima, edito da Uovonero. In questo romanzo leggiamo la storia di Nino, diciassettenne omosessuale che, per cercare di rendere felice la sua famiglia, accetta di entrare in una comunità in cui, tramite la preghiera, potrà curare quella che gli viene presentata non come uno stato naturale ma come una malattia.

Poco convinto di questa prospettiva, ma deciso a fare del suo meglio per venire incontro ai desideri dei genitori, Nino mette in discussione la sua identità, ci prova e, coi suoi occhi, assiste a una tragedia devastante, che lo porta a respingere l’assurda idea di essere malato. Privo di certezze e sempre più solo, Nino fugge in cerca di sé, e finisce per mettersi in guai molto grossi ma, grazie a un salvatore assai fuori dagli schemi, capirà finalmente quello che deve fare della sua vita.

Con le ali sbagliate è un libro forte, senza filtri, capace di scuotere il lettore e di far percepire fortemente il disagio di chi non si sente accettato dalla società, a cominciare dalle pareti domestiche. Lo consiglio a partire dagli anni del liceo, perché fitto di elementi necessari soprattutto in quel periodo della vita, ma anche come contrappasso a orologeria per retrogradi bisognosi di accettare la prospettiva di vivere in un terzo millennio in cui certi retaggi preistorici dovrebbero trovare spazio solo sui libri di storia.

E, con le parole der caro Gigi ne Il tango della morte, risponde al Do’ vai, ritorna qua dell’oscura signora con uno spiccio Nun posso! C’ho da fà!

Buona lettura!

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