Il 2020 è stato, e continua ad essere, oltre che l’anno della pandemia e del lockdown, anche quello dei cambiamenti e delle scoperte. Abbiamo già assistito in questi mesi a profonde modificazioni degli stili di vita delle persone che, essendo private dei contatti strettamente fisici e costretti al ritiro sociale, hanno sfruttato le potenzialità di internet per ovviare alle carenze del mondo reale: lo smartworking, le lezioni zoom, la spesa a domicilio, le app d’incontri.

Tutti strumenti che già conoscevamo ma che appartenevano alle grandi realtà delle metropoli, dove la vita è più frenetica e la velocità diventa necessaria. Oggi di queste tecnologie abbiamo usufruito tutti e i colossi del web hanno dovuto investire maggiormente sugli strumenti informatici per venire incontro alle esigenze del pubblico.

Le più grandi mancanze delle persone in questo periodo riguardano le aree dell’affettività, delle relazioni e della sessualità, per questo motivo le grandi multinazionali di internet e dei software hanno investito grandi risorse per realizzare o ottimizzare diversi sistemi digitalizzati al fine di consentire una pratica ma sicura interazione tra gli individui.

L’ultima novità è un’opzione di Facebook, chiamata per l’appunto “Dating”: una modalità compatibile solo tramite smartphone che permette agli utenti di trovare l’anima gemella, ma non solo. Per attivarla non occorre scaricare un’ulteriore app poiché Dating è interamente inglobato nel social; per motivi di privacy, inoltre, è possibile decidere se tra i vari potenziali partner possono essere inseriti o meno anche le persone già presenti nella propria lista di amici.

La nuova impostazione è stata lanciata in America già nel 2018 ma solo da poco è approdata nel nostro Paese; molto giovane, quindi, ma già con un discreto successo alle spalle: si pensi che in questi due anni sono già stati fatti 1.5 miliardi di “match” (un match è quando due utenti dicono di piacersi).

Come già detto, le Dating apps non sono una realtà del tutto nuova, esistono già da diversi anni e vengono ampiamente usate per incontrare partner con i quali poi si può decidere se intraprendere una relazione amorosa o incentrata sui rapporti sessuali occasionali. Sul loro uso è stato ampiamente dibattuto: sul fatto se sia giusto o meno utilizzare app per incontrarsi, come se poi ci fosse realmente un’etica dietro tutto questo; molto più sensato sarebbe analizzare come la tecnologia ha cambiato il modo di relazionarsi delle persone e perché le grandi multinazionali oggi investono su queste innovazioni.

Secondo uno studio belga di quest’anno, inizialmente gli utenti delle Dating apps erano persone stigmatizzate dal resto della popolazione come “disperate” ma poi con il tempo questo giudizio negativo è notevolmente diminuito. Altri problemi legati all’uso di queste applicazioni è che la velocità con cui si può conoscere un partner implica che l’attrazione possa essere, inizialmente, solo di natura fisica e lascia poco spazio per quello che è invece l’approccio romantico ad una persona, fatto cioè di conoscenza ed intimità che va oltre l’apparenza fisica.

Un’altra difficoltà è il non essere sicuri appieno della persona con cui ci si approccia a causa della natura virtuale dell’incontro, almeno fino a quando non la si incontra dal vivo nella vita reale. Questa condizione ha portato in alcuni casi a tutta una serie di problemi come ad esempio l’appropriazione indebita di identità, l’adescamento di persone, il sexting e il revenge porn, il tutto a discapito di coloro che invece utilizzavano le apps in modo consono e con finalità lecite.

Con il passare del tempo, però, questi problemi sono stati ovviati e oggi navigare nel web alla ricerca di un partner è un’azione molto più sicura e molto più apprezzata dagli utenti. Secondo un’altra odierna ricerca olandese, gli incontri online sembrano fornire un modo e un luogo relativamente poco minacciosi, ideali per chi è timido, socialmente ansioso o carente di abilità sociali “faccia a faccia” e che quindi crea un impatto positivo sulla salute mentale delle persone quando sperimentano la soddisfazione dei propri bisogni sessuali; le apps consentono inoltre ad ognuno di avere accesso ad un’infinita varietà di partner, in tempi veramente brevi e soprattutto ovunque esse siano.

Specialmente nel periodo che stiamo vivendo e che, forse, saremo costretti ancora per un po’ a vivere, il crescente bisogno di esplicitare liberamente l’affettività a la sessualità implica l’uso sempre più frequente di incontri online in cui è possibile cercare altre persone con le quali relazionarsi, condividendo o meno l’intimità sessuale tramite modalità telematiche per fare in modo di evitare la fisicità.

La raccomandazione, quindi, per chi volesse usufruire dei servizi nelle Dating apps è proprio il modo con cui ci si approccia ad esse: si consiglia di instaurare una qualsiasi relazione solo con persone che si ritengono fidate e delle quali si abbiano abbastanza informazioni, di non divulgare materiale esplicito a meno che tutti gli utenti non siano d’accordo e che non abbia delle ripercussioni negative sulle persone; inoltre sarebbe meglio evitare di incontrarsi fisicamente a meno che non ci si sia accertati dello stato di salute del o dei partner; si consiglia di navigare su siti conosciuti e in cui la privacy è ben protetta.

Se usate nel modo corretto, queste tecnologie possono essere un valido supporto per le persone che sono impossibilitate ad uscire di casa e che per questo non possono avere una vita sessuale appagante, cosa che dovrebbe essere garantita per promuovere la salute generale degli individui che, è bene ricordare, passa anche attraverso il benessere sessuale.

Si ringrazia il dottor Matteo Agostini

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