In Italia e nel mondo siamo in piena seconda ondata. I numeri che ci propinano ogni giorno sono sicuramente allarmanti ma fortunatamente molto diversi dalla prima ondata di marzo-aprile.

Oggi si esegue quotidianamente un numero di tamponi elevatissimo, il record finora è stato di circa 165.000 in un giorno con una positività di circa 10,500, con costi che si differenziano a seconda delle Regioni (!) a carico del Sistema Sanitario Nazionale.

Ora si sta chiudendo una gara pubblica per comprare test rapidi che sono il primo passaggio per filtrare quelli realmente positivi, che ci permettono un risparmio notevole. Quelli risultati positivi dovranno poi fare il tampone nasofaringeo per certezza.

Lungi da me fare una ulteriore polemica sulla reale utilità di test di tale portata che hanno in vari periodi dato una certezza, fortunatamente: il 96% circa di cittadini esaminati è asintomatico. Quello che mi disturba notevolmente è che anche in questo periodo di lunghe attese, di mancanza di reagenti, di risposte tardive del risultato, il privato, mentre il pubblico spende, ci guadagna. Perché il privato in sanità fa un po’ quello che vuole senza controllo.

Ma quello che mi disturba ancora di più è che ad “aiutare” il privato a guadagnare terreno, e soldi, sul pubblico sono anche enti comunali che fanno convenzioni con Strutture Sanitarie private accreditate con il Sistema Sanitario Nazionale per prestazioni private che ovviamente ricadono sul portafoglio dei cittadini.

Così oggi vengo casualmente a conoscenza che le scuole civiche di Milano hanno ottenuto una convenzione con Humanitas per tamponi, con spesa a carico dei cittadini, che consentirà agli studenti, dipendenti, collaboratori della Fondazione e ai propri familiari di fruire di una tariffa agevolata.

Naturalmente la convenzione viene allargata anche alle visite specialistiche e diagnostiche private. Certamente senza i controlli i privati continuano a fare ciò che vogliono e ad avere margini di guadagno enorme portando, con la scusa dei tamponi e del 10% di sconto su visite e diagnostica, moltissime persone al loro mulino.

Ma mi domando: il Comune di Milano non poteva fare la convenzione con un ente pubblico o chiedere ad Humanitas di fare le prestazioni in convenzionamento?

No, il Comune preferisce farlo con un ente privato accreditato, che mette le tariffe che vuole tanto le paga il cittadino che pensa di essere avvantaggiato. In realtà se leggete bene le parti linkate si scopre che lo Stato per un test antigenico paga tra i 2,5 e i 20 euro, mentre il cittadino “convenzionato” con il Comune di Milano ne paga 38 alla Humanitas; il tampone nasofaringeo lo Stato lo paga con una media nazionale (ma non possiamo ancora pagarli in modo univoco in tutta Italia? Perché la negoziazione deve essere regionale? Quando aboliamo il titolo V? Perché nella Regione Veneto il costo è di 89 e in Calabria e Basilicata 35?) di 59 euro, su cui si può ampiamente tagliare, mentre il cittadino milanese “convenzionato” lo paga 63.

Senza pensare, e questo è molto peggio, che se facciamo convenzioni fra enti pubblici e strutture sanitarie private accreditate, seppur risparmiando visto che le paga direttamente il cittadino, occupiamo posto per visite e prestazioni diagnostiche pubbliche per i cittadini che non possono permettersi nulla di privato.

Così facendo mai nessuno, né di destra né di sinistra dei politici che gestiscono la sanità, proporrà mai quello che io ho proposto in modo reale subito dopo le elezioni regionali: chiudere tutte le prestazioni private negli ospedali pubblici e privati accreditati, per il tempo necessario per smaltire le 18 milioni di prestazioni arretrate in Italia che porteranno ad un numero di morti elevato non da coronavirus.

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