Gianfranco De Laurentiis o del calcio (europeo) a colori. Se n’è andato un altro storico volto Rai del pallone in tv. De Laurentiis aveva 81 anni. Sobrio, competente, puntuale, mai una parola fuori posto, aplomb british oltre ogni possibile sovrabbondanza iperbolica attorno alle gesta dei campioni degli anni Settanta, Ottanta, Novanta. Gesta centellinate in appuntamenti unici, imperdibili, impossibili da rivedere in replica su qualsivoglia sito web on demand. Programmi che rispondono al nome di Eurogol, Domenica Sprint, Dribbling, Pole position.

Quell’omone lungo e magro, con un sorriso elegante, sempre con fogli A4 tra le mani, cranio calvo e tondo come il cappuccio di quei microfoni giallo ocra di Carlo Nesti e Giampiero Galeazzi, De Laurentiis fu, intanto, una sorta di pioniere del giornalismo sul calcio europeo quando le “coppe” giocavano tutte di mercoledì. Lui e Giorgio Martino l’avevano pensata così. Una striscia settimanale al giovedì con tutte le reti delle italiane, e non solo, belle di sera. Tanto per capirci. I servizi/sintesi su molti match esteri non c’erano e l’informazione veniva data all’istante: “Però di questa partita non abbiamo le immagini”, cadenzava generoso e dispiaciuto De Laurentiis.

Programma avanguardistico (la regia era un’unica telecamera puntata sui conduttori davanti al chroma key), calderone ribollente segreti e virtù delle squadre estere (e chi poteva sapere cosa avevano fatto, ad esempio, Rapid Vienna contro Widzew Lodz? Mica c’erano i social e nemmeno sui quotidiani si faceva in tempo ad andare in stampa se non 24/48 ore dopo), Eurogol aveva il pregio di trasmettere immagini grezze, granulose, con i nebbioni invernali dai campi ucraini e la neve ammonticchiata ai lati della pista di atletica su quelli svedesi.

In studio De Laurentiis e Martino commentavano senza ospite alcuno, affidandosi all’individualità del proprio giudizio sugli alti e bassi delle “italiane”. Nostalgia sì, ma anche professionalità altissima. De Laurentiis, che già a 16 anni, aveva intinto il pennino nel calamaio per scrivere di rugby e basket, aveva fatto una lunga gavetta in Rai con i maestri napoletani Maurizio Barendson e Gino Palumbo, fino a quando nel 1976 venne assunto nella redazione del TG2. Altro flash altro regalo della memoria. Oscar Prudente canta, esegue, performa il brano Stadium. La sigla psichedelica di Domenica Sprint che fa il paio con Pancho di Trombley di 90esimo. De Laurentiis sale in plancia alla conduzione nel 1987 e siamo ancora dalle parti di preziosissimi momenti del gol della domenica spillati con parsimonia appena dopo Paolo Valenti e prima della Domenica Sportiva.

Altro giro altro regalo. Il programma è Gol Flash e diventerà famoso perché prima del moviolone biscardiano utilizzerà l’avveniristico Telebeam, marchingegno ipertecnologico con cui verranno riletti clamorosi torti arbitrali, tra cui il celebre gol di Turone annullato in una oramai storica e contestatissima Roma Juventus del 1981. De Laurentiis, tifoso bianconero, risultò assente (“ero in montagna a sciare”) nella puntata in cui il collega Carlo Sassi mostrò il misfatto. “Boniperti si arrabbiò molto”, è sempre stato il commento laconico di De Laurentiis. Giornalista sportivo a tutto tondo, il nostro, duttile e versatile, tanto che per molti, più giovani, è diventato addirittura più celebre per un programma di automobilismo, Pole Position. Sempre su Rai2, sempre la domenica specialmente, sempre in onda un po’ prima della gara di Formula1 e un po’ dopo, sempre l’esperienza e la conoscenza al servizio della tv pubblica.

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