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Ultimo aggiornamento: 9:08 del 9 Ottobre 2020

Coronavirus, in Campania bavaglio ai medici. Poi la Regione fa dietrofront: “Ma nessuno dica che l’emergenza non è sotto controllo”

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Lunedì 5 ottobre la Regione Campania invia una nota in cui si “inibiscono” medici, dirigenti e personale ospedaliero a rilasciare interviste senza l’autorizzazione dell’Unità di crisi. Inoltre viene istituita una figura unica (dell’Unità di Crisi della Regione Campania) per relazionarsi con gli organi di stampa.

La decisione è stata ampiamente condannata da Ordine dei Giornalisti, FNSI e dal Sindacato Unitario dei Giornalisti della Campania che hanno chiesto al Presidente Vincenzo De Luca di ritirare un atto considerato “ingiustificabile”.

Il 6 ottobre la Regione attraverso un comunicato stampa precisa che non si tratta di alcun bavaglio e nessuna limitazione al diritto di cronaca. “Ma per garantire – si legge nel comunicato del 6 ottobre – nella massima trasparenza, notizie oggettive, non distorte e tali da produrre ingiustificati allarmismi, e sempre rispondenti alla realtà… è la sola Unità di Crisi a poter offrire questa garanzia, a vantaggio della verità e di tutti gli operatori dell’informazione”.

Il 7 ottobre continuano le polemiche e solo in serata arriva un nuovo comunicato delle Regione Campania in cui si precisa che non c’è alcun impedimento per il personale sanitario a parlare con la stampa. “La Campania è la prima regione in Italia per numero di contagi ed è preoccupante l’accentramento della comunicazione sulla gestione dell’emergenza Covid a cui abbiamo assistito in questi giorni – dice il Presidente del Sindacato Unitario Giornalisti Campania Gerardo Ausiello – sono saltate interviste già concordate di medici e dirigenti con trasmissioni nazionali, la troupe del TgR Rai che dall’inizio della pandemia fornisce il bollettino dall’interno dell’Ospedale Cotugno di Napoli è stata invitata improvvisamente ad uscire”.

Contattato da IlFattoQuotidiano.it il coordinatore dell’Unità di crisi della Regione Campania Italo Giulivo spiega che nella nota da cui sono partite le polemiche non si impediva al personale sanitario di rilasciare interviste, ma si chiedeva di non esprimere giudizi generali sull’organizzazione regionale dell’emergenza e di limitarsi, eventualmente, a raccontare le criticità esclusivamente del proprio ambito ospedaliero. Purtroppo questo dettaglio deve essere sfuggito a tutti perché nei giorni successivi sono state annullate tutte le interviste previste negli ospedali. “Non c’è stata nessuna volontà da parte nostra di impedire a medici e dirigenti di rilasciare dichiarazioni – spiega Giulivo – perché non ci dobbiamo nascondere rispetto a quella che è la realtà dei dati e delle criticità che conosciamo e che ammettiamo, ma da qui a raccontarla come un’emergenza, in cui non avevamo più posti letto ce ne passa. Non si può dare l’impressione che in Campania – conclude Giulivo – la situazione non sia sotto controllo. Quindi non abbiamo imposto ai medici di non parlare, ma abbiamo chiesto a tutti di fermarsi un attimo e rapportarsi sulle cose che vanno giustamente comunicate, non per controllare la comunicazione, ma per fare in modo che ci sia una comunicazione basata sui dati e che dia un quadro reale della situazione su base regionale. Se si vuole far credere che la situazione non sia sotto controllo è scorretto e non è questo il messaggio che volevamo far passare”.

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