Secondo un report dell’agenzia stampa Reuters, il colosso cinese Huawei, in risposta alle misure e ai ban restrittivi imposti dagli Stati Uniti, starebbe pensando di aumentare drasticamente gli investimenti in patria, così da rinvigorire la catena dei fornitori, con il nemmeno troppo nascosto obiettivo di raggiungere la completa indipendenza da aziende straniere e soprattutto statunitensi, arrivando così a produrre autonomamente uno smartphone completo e cinese al 100%.

La maggior parte delle partecipazioni a cui starebbe pensando il colosso cinese riguarderebbero soprattutto start-up, ma non sono da scartare anche investimenti in aziende con grande esperienza, che potrebbero aiutare Huawei ad approvvigionarsi di componenti validi per cercare di differenziarsi in maniera più efficace rispetto alla concorrenza.

Tra le società, ad esempio, c’è Vertilite che produce sensori intelligenti, oppure ancora VCSEL che, tra le altre cose, è specializzata in algoritmi di rilevazione volti con la fotocamera frontale. Insomma, Huawei non ha assolutamente alcuna intenzione di mollare, e anzi vorrebbe rilanciare puntando su tecnologia e aziende cinesi con un’iniezione di investimenti che, paradossalmente, potrebbe sortire l’effetto opposto rispetto alle intenzioni dei ban statunitensi.

Chiaramente, nella stragrande maggioranza dei casi, non parliamo di aziende gigantesche che possano aver la forza di ribaltare nell’immediato ciò che sta vivendo Huawei ma sono sicuramente utili ad uscire dal campo minato nella quale è stata messa. La società cinese sta dunque cercando di restare a galla e ha intenzione di farlo scegliendo la via dell’autonomia produttiva, dando spazio e visibilità in questo modo alle aziende nazionali che, crescendo, aiuteranno Huawei a rimettersi in carreggiata.

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