Nel maggio del 2015 erano spariti nel nulla, portandosi via i tre figli maschi che allora avevano 7, 6 e un anno e mezzo. Oggi Alice Brignoli, moglie del militante dell’Isis italiano di origine marocchina Mohamed Koraichi, è stata arrestata in Siria dai carabinieri del Ros, con l’accusa di associazione a delinquere con finalità di terrorismo. Gli uomini del Ros hanno anche rintracciato i figli della donna e li hanno rimpatriati. I militari dell’Arma fanno sapere che la donna è “felicissima” di tornare in Italia assieme ai suoi 4 figli (uno è nato in Siria), anche se lei finisce in carcere e i suoi bambini verranno affidati a una comunità.

Nel 2015 Brignoli e Koraichi hanno lasciato l’Italia per raggiungere il Califfato: una volta in Siria, secondo quanto ricostruito dalle indagini coordinate dal capo del pool antiterrorismo milanese Alberto Nobili e dal pm Francesco Cajani, Koraichi ha partecipato direttamente alle operazioni militari dell’Isis mentre la Brignoli avrebbe ricoperto un “ruolo attivo – dice il Ros – nell’istruzione dei figli alla causa del jihad“. La misura cautelare è stata emessa dal Gip di Milano, Manuela Cannavale, su richiesta della direzione distrettuale antiterrorismo. “E’ una bellissima storia italiana, che evidenzia anche le grandi capacità delle forze dell’ordine italiane e la forza della cooperazione internazionale”, ha commentato il pm Nobili.

La vicenda di Alice Brignoli e Mohamed Koraichi, i cui nomi erano finiti nell’elenco dei foreign fighters italiani, è emersa a maggio del 2015 quando la madre della donna ne ha denunciato la scomparsa. ‘Aisha’, così si faceva chiamare Alice Brignoli dopo la conversione, e suo marito Mohamed (quando sono partiti avevano rispettivamente 39 e 31 anni), secondo quanto ricostruito, avevano iniziato il percorso di radicalizzazione nel 2009, in concomitanza con la nascita del primo figlio: lei ha iniziato ad indossare il velo e a studiare l’arabo, lui si è fatto crescere la barba e sempre più spesso si faceva vedere in giro con una tunica bianca. Con il passare del tempo i due hanno tagliato i ponti con le famiglie e a maggio 2015 sono partiti. Prima tappa la Turchia, da dove poi hanno raggiunto la Siria. Quando è entrata nell’appartamento della figlia a Bulciago, nel Lecchese, la madre di Aisha ha trovato solo un messaggio: “Sono partita, non mi cercate, non torno”.

La madre, Fabienne Schirru, aveva raccontato a ilfattoquotidiano.it.: “Dicevano che la Siria era la loro ‘terra promessa’, che capivano chi combatteva nel nome di Allah, che anche loro erano pronti a morire. Sono due pazzi furiosi: non sono convertiti all’Islam, ma all’Isis“. “Ora voglio solo riportare a casa i miei nipoti. E ce la farò, sono ostinata: mio padre era sardo, mia madre francese”. Brignoli e Koraichi erano finiti tra i sei destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere nell’ambito di un blitz di Digos e Ros dell’aprile del 2016 che portò all’arresto di 4 persone: Abderrahim Moutaharrik, pugile e campione di ‘muay thai’ legato all’Isis e che nelle intercettazioni diceva di essere disposto a commettere attentati in Vaticano, la moglie Salma Bencharki, Abderrahmane Khachia e Wafa Koraichi, sorella di Mohamed, il marito di Alice Brignoli morto in Siria.

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