Era solo questione di tempo prima che Audi presentasse la versione Sportback della sua Q5. In questo senso gli intenti si erano già appalesati con la più piccola Q3 Sportback e, ancor prima, con la più grande Q8. Del resto, per il costruttore dei quattro anelli l’operazione era relativamente semplice da portare a termine vista la sterminata gamma di modelli e meccaniche da cui partire. Il target ultimo? Avere la certezza di occupare anche la più piccola delle nicchie di mercato. Che poi quella delle sport utility col piglio da coupé tanto piccola non è: tant’è vero che BMW e Mercedes la presidiano, con successo, già da qualche anno con prodotti come X4 e GLC Coupé. Sono loro le principali rivali della nuova Q5 Sportback.

Ecco quindi che il tetto della Q5 sulla versione Sportback si fa più sinuoso e la coda più sfuggente, proprio ad omaggiare gli stilemi di “coupé native”, come la A5. Per il resto il linguaggio stilistico e le misure – l’auto è lunga 4,7 metri, ha un passo di 2,82 e un bagagliaio che oscilla fra 510 e 1.480 litri di volume – sono identici a quelli della Q5. Cambia invece l’assetto che, in ossequio all’impostazione atletica della carrozzeria, è più sportivo. In opzione, comunque, ci sono quello idraulico e quello pneumatico, che consente di rialzare il corpo vettura da terra di 4,5 cm o abbassarlo di 1,5 a seconda che si marci in fuoristrada o in autostrada.

All’interno l’architettura della plancia è razionale e all’insegna della digitalizzazione: il pannello della strumentazione sfrutta un display da 12,3″, mentre l’infotainment adotta un touchscreen da 10,1″. Una dotazione integrabile con l’head-up display (che proietta le principali informazioni di guida sul parabrezza, nel campo visivo del guidatore), e che offre come standard la ricarica induttiva per smartphone ed i comandi vocali. Tra gli ausili elettronici di guida sono presenti la frenata automatica di emergenza con riconoscimento pedoni, il cruise control adattivo e il sistema di mantenimento automatico della propria corsia di marcia.

Sotto al cofano, perlomeno al momento del lancio, sarà disponibile la sola motorizzazione turbodiesel quattro cilindri 2.0 TDI con sistema mild hybrid a 12 volt, capace di 204 Cv di potenza massima e 400 Nm di coppia motrice. Un’unità abbinata alle quattro ruote motrici e al cambio doppia frizione a sette marce. Successivamente si aggiungeranno l’edizione da 163 Cv del medesimo due litri e il più potente V6 turbodiesel di 3 litri, anche questo mild hybrid ma a 48 volt. Sul fronte benzina, invece, il 2 litri turbo mild hybrid. Tuttavia, le opzioni motoristiche più interessanti saranno quelle plug-in hybrid, ovvero ricaricabili alla spina, che promette potenze molto elevate a fronte di consumi ed emissioni contenuti. Rimangono da definire i prezzi che, comunque, non dovrebbero discostarsi di molto da quelli della Q5.

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