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Digao - 4/9

Oggi c'è Antonio Donnarumma, compagno e riserva di Gigio da 1 milione di euro l’anno. Ma il calcio è zeppo di giocatori con un cognome così pesante da trasformarsi in un macigno legato intorno al collo. E mentre un fratello corre verso la gloria e i suoi beni derivati, l’altro viene inghiottito in un limbo eterno. Ecco le loro storie
Digao - 4/9
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Digao

Ruolo: Difensore
Squadre: San Paolo, Milan, Sampdoria, Rimini, Standard Liegi, Lecce, Crotone, Penafiel, New York Red Bulls

Quando viene annunciato alla stampa quasi nessuno capisce la portata dell’affare. Perché nell’estate del 2003 il Milan acquista dal San Paolo un ragazzo che sembra danzare sul prato verde. Si chiama Kakà ed è destinato a ridefinire il concetto di grazia. L’ambientamento del brasiliano procede senza intoppi, ma per facilitargli le cose il Diavolo decide di comprare un altro brasiliano, suo ex compagno al San Paolo. Il suo nome è Digao e gioca come difensore centrale. Il fatto che sia il fratello di Kakà è un dettaglio del tutto trascurabile. Qualche mese dopo, a gennaio, si gioca la sfida fra le due squadre italiane con la più grande tradizione carioca: da una parte c’è il Milan, dall’altra la Roma. Cafù fa da cicerone a Kakà e lo accompagna alla scoperta della città eterna. Sfuggire ai cronisti è impossibile, così quando gli chiedono il nome del prossimo fuoriclasse in arrivo a Milanello, Kakà risponde serafico: “Forse Diego, forse Robinho. Facciamo così, dico mio fratello Digao: gioca nella Primavera del San Paolo, è molto bravo. Arriva tra 20 giorni”. Il centrale sbarca a Milano nell’indifferenza più totale. Qualcuno però decide di attribuirgli i giusti meriti. È stato proprio Diago, infatti, a inventare il nomignolo Kakà. Perché quando era piccolo proprio non riusciva a dire Ricardo, così si limitava a ridere la sillaba Ka. Resterà la cosa più notevole fatta vedere a Milano.

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