Televisione

Nadia Toffa, Davide Parenti a un anno dalla sua morte: “La mandai via la prima volta che ci siamo visti, ma era determinata e ce la fece”

A IlFattoQuotidiano.it il padre e ideatore de “Le Iene”, con l'autore storico Max Ferrigno, ricordano Nadia Toffa ad un anno dalla scomparsa. Entrambi hanno curato lo speciale “Le Iene per Nadia”, in onda su Italia Uno con tanti contenuti inediti e le sue inchieste più celebri

di Andrea Conti

Esattamente ad un anno di distanza dalla sua scomparsa, “Le Iene” rendono omaggio alla giornalista ed inviata Nadia Toffa con uno speciale in prima serata su Italia Uno, in onda il 13 agosto. Più che uno speciale è un album dei ricordi più affettuosi con contenuti inediti, interviste, racconti e immagini che ripercorrono momenti salienti della vita lavorativa di Nadia. Un progetto ideato e curato dal papà de “Le Iene” Davide Parenti e dall’autore Max Ferrigno. Ne “Le Iene Per Nadia” saranno trasmesse le prime apparizioni in tv, le inchieste sull’Ilva di Taranto e l’impegno per la città e ancora l’inchiesta sulla Terra dei fuochi, la dedica di Jovanotti durante un suo concerto per poi terminare con la reunion di 100 iene in studio solo per lei, per ricordarla con affetto.

Davide Parenti ricorda a IlFattoQuotidiano.it la prima volta che ha incontrato Nadia. “La mandai via perché quando arrivò nel 2008, – rivela – eravamo in piena recessione e sulle produzioni televisive iniziarono grandi tagli. Lei aveva un piccolo stipendio (da un emittente locale di Brescia) e avrebbe ‘provato’ alle Iene senza nessuna certezza di farcela. Non mi sembrava una grande idea. Mi disse che aveva una Panda a metano e 5.000 euro da parte e che con quella cifra sarebbe potuta sopravvivere un anno e mezzo. Così determinata non poteva non farcela”.

Tra le tante inchieste che Nadia ha realizzato per il programma, Parenti ricorda “quella su un ospedale nel quale facevano finta di curarti. I pazienti venivano trattati con apparecchiature che non funzionavano. Lei, oltre a documentare in maniera inoppugnabile queste pratiche, asfaltò il direttore della clinica che reagì dicendo e facendo cose molto comiche. Non si sapeva più se ridere o piangere”. Una donna forte che l’ha colpita sempre perché “arrivava sempre dove voleva. Niente la scoraggiava. Una cosa molto difficile la galvanizzava. Ha reagito così anche alla sua malattia. Era impossibile farcela, ma ‘impossibile’, non stava nel suo vocabolario. E il suo grande ottimismo ha aiutato tutte le persone che le hanno voluto bene, a starle vicino nell’ultimo drammatico periodo della sua vita”.

Max Ferrigno ci racconta come ha pensato di strutturare un programma, sulla carta così difficile dal punto di vista emotivo e professionale. “Abbiamo pensato di ripercorrere la carriera di Nadia, – spiega – parlando con tutte le persone che hanno collaborato con lei. La Nadia lavoratrice era sempre positiva, piena di forza e allegra. Non si accontentava mai, non si vantava dei suoi successi, ma pensava che il lavoro successivo sarebbe stato ancora più bello ed importante. Credo fosse il suo segreto per migliorare costantemente”.

“Rivedendo i suoi servizi, le sue conduzioni delle Iene, il suo programma ‘Open Space’, occasioni in cui ha avuto a che fare con gente di diversa posizione sociale: dai truffatori agli ospiti prestigiosi, dai segretari di partito a perfetti sconosciuti… – ricorda Ferrigno – Ecco devo dire, che lei era sempre a suo agio con chiunque, sapeva sempre cosa fare e cosa dire. Ricordo che alla fine di un’intervista con il professor Veronesi lo travolse con un abbraccio ed un bacio intensissimo, che certo non era concordato e neanche canonico per un’intervista di quel tipo, ma lui scoppiò in una risata fragorosa. Dopo quell’intervista le scrisse un messaggio bellissimo: ecco, questa era la ‘magia’ di Nadia sul lavoro”.

La caratteristica speciale che rendeva Nadia unica, secondo Max, era “la sua distanza sociale dagli altri. Ci penso e sorrido. Tutte le persone con cui abbiamo parlato nello speciale dedicato a lei, ricordano quanto Nadia parlasse vicino al volto del suo interlocutore e ad alta voce. Chi la conosceva non poteva non notare questa cosa. Più ci teneva alle sue argomentazioni, più il suo tono di voce aumentava e più si avvicinava. E lo faceva con tutti. C’è una foto meravigliosa con il presidente della Repubblica Mattarella che l’aveva invitata al Quirinale in cui lei gli si avvicina, in modo non propriamente istituzionale, per parlare del suo libro ‘Fiorire d’inverno’. Era genuina sempre, e vi assicuro che non è una frase fatta”.

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