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Monti: “Recovery fund? Si rischia che gli italiani sviluppino assuefazione all’assistenza”

L'ex premier e neo presidente di una commissione dell'Oms su "Salute e Sviluppo sostenibile": "Se si deve investire sulla salute e sulla difesa dell’ambiente difficilmente si potrà spendere di meno e difficilmente si potranno ridurre le tasse, a meno di non fare scelte precise in altri settori di spesa"
Monti: “Recovery fund? Si rischia che gli italiani sviluppino assuefazione all’assistenza”
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“Per quel che riguarda il Recovery fund c’è il rischio che non si sappia come spendere masse ingenti di denaro in tempi relativamente brevi e in modo che aumenti la capacità produttiva e di conseguenza il gettito fiscale con il quale pagare gli interessi e rimborsare il debito. Peggio ancora, si rischia che gli italiani sviluppino una certa assuefazione all’assistenza“. Parola dell’ex premier Mario Monti, neo presidente di una commissione dell’Oms su “Salute e Sviluppo sostenibile”. Il professore bocconiano, oltre ad esprimere dubbi su come saranno utilizzati i 209 miliardi dello strumento europeo per la ripresa che spettano all’Italia, a Repubblica spiega che “nella condizione che caratterizza l’Italia sui mercati” è “poco responsabile rinunciare al Mes per motivi mai spiegati e che stanno tra l’ideologia, la mistica e la falsa ricostruzione storica”.

Quanto al suo nuovo incarico, per il quale il ministro della Salute Roberto Speranza “mi ha assicurato l’appoggio suo e del suo team”, Monti afferma che “la salute dovrà pesare di più nelle scelte politiche, se vogliamo evitare crisi che rischiano di costare un multiplo delle cifre che si potrebbero stanziare per prevenirle o attenuarne la portata devastante“. Durante il suo governo di emergenza, insediatosi al culmine della crisi del debito italiano nel novembre 2011,la spesa sanitaria fu notevolmente ridotta in chiave di riequilibrio dei conti pubblici.

“L’Oms – racconta Monti – ha deciso di creare questa commissione indipendente per esaminare come i diversi Paesi hanno reagito all’emergenza Covid-19 e per formulare raccomandazioni per migliorare la risposta dei sistemi sanitari e di assistenza sociale. Dovremo dare indicazioni a cavallo tra economia e politica, e soprattutto guardando avanti, anche perché i governi possano indirizzare la spesa pubblica in modo da rendere più efficiente la risposta ad eventi simili a questa pandemia”.
“Serve prima di tutto consapevolezza – continua – è difficile attuare politiche che contrastino il cambiamento climatico ed è più facile promettere che il prossimo anno le tasse caleranno. Peccato che se si deve investire sulla salute e sulla difesa dell’ambiente difficilmente si potrà spendere di meno e difficilmente si potranno ridurre le tasse, a meno di non fare scelte precise in altri settori di spesa”.

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