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Shoah, il sopravvissuto Sami Modiano ricevuto al Quirinale. Mattarella: “Ha sperimentato l’orrore e ne ha tramandato la memoria”

Il Presidente gli ha consegnato l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli lo scorso 18 luglio. Modiano: "I miei occhi hanno visto cose orribili. Sono sopravvissuto per dare testimonianza"
Shoah, il sopravvissuto Sami Modiano ricevuto al Quirinale. Mattarella: “Ha sperimentato l’orrore e ne ha tramandato la memoria”
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“Ha sperimentato l’abisso e l’orrore dei campi di sterminio e coraggiosamente ha tramandato la memoria alle giovani generazioni. Perché non accada mai più”. Con queste parole, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricevuto al Quirinale Sami Modiano, sopravvissuto ai campi di sterminio e testimone della Shoah, per consegnargli l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce al Merito della Repubblica Italiana. L’onorificenza gli era stata conferita lo scorso 18 luglio, giorno del suo novantesimo compleanno: “La Repubblica italiana le deve profonda gratitudine per la sua testimonianza”, ha sottolineato il presidente Sergio Mattarella. All’incontro erano presenti anche Riccardo Di Segni e Ruth Dureghello, rispettivamente Rabbino Capo e Presidente della Comunità ebraica di Roma.

Nato nell’isola greca di Rodi, all’epoca provincia italiana, Sami Modiano fu portato nei campi appena 14enne: dei 776 bambini ebrei italiani deportati, rimasero solo 25 sopravvissuti, tra cui Sami, scampato alla morte più volte per miracolo. Lì perse il padre e la sorella Lucia. Il suo impegno nella testimonianza inizia nel 2005, quando Piero Terracina – amico di lunga data, conosciuto proprio nei campi – lo convince ad accettare l’invito dell’allora sindaco di Roma Walter Veltroni e a partecipare a un viaggio ad Auschwitz insieme agli studenti dei licei romani. “I miei occhi hanno visto cose orribili – ha raccontato – Sono stato l’unico della mia famiglia a sopravvivere e per lunghi anni mi sono sempre chiesto il perché. L’ho capito solo nel 2005, quando ho deciso di rompere il silenzio e di parlare della mia esperienza di Auschwitz ai ragazzi. Sono stato scelto per dare testimonianza“. Per molti anni infatti aveva preferito condurre una vita privata, per la paura di “non essere creduto, che per un testimone è un grande dolore”. Ma dopo quel primo viaggio, Modiano si dedica incessantemente a far conoscere la sua esperienza ai ragazzi nelle scuole medie e superiori. “Accompagnare i ragazzi ad Auschwitz nei viaggi organizzati dal governo per me è una grande sofferenza, perché rivivo storie terribili. Ma devo farlo – ha commentato Modiano – e i ragazzi con il loro affetto e la loro attenzione mi ricompensano”.

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