Dodici luglio dell’anno di Covid 2020, notte di san Fortunato. E già questo, un indizio… Cronaca rigorosamente baristica milanès, Porta Romana bella. Vedi il Napoli e non muori.

Rigore! Grida l’inclito pubblico tra una birra e l’altra. Anche se i giocatori sono a metà campo. Tanto danno i rigori sempre. Se non sai cogliere l’ironia, prova coi pomodori.

Riassunto della partita al San Paolo: trasferta tutto sommato proficua. Milan fa pari. Frugale, come vorrebbero i Paesi del Nord, nei tiri. Gliene basta infatti uno, e marca però due gol: il secondo, ça va sans dire, è l’ormai immancabile rigore!

Rigore! Rigore! Rigore! (Coro irridente degli avventori). Commento: “Vun a vun fa mal a nisciun, figuremes dü a dü…”. Conseguenze: tra i due litiganti la Roma gode: è quinta, Napoli sesto (e mesto), Milan settimo (non ottimo, ier sera). La classifica che qualifica per l’Europa League (e i suoi relativi contributi monetari).

Protagonista indiscusso, anzi, assai discusso, Donnarumma=Dollarumma: sei milioni all’anno per essere il peggiore in campo. Non il solo, però. Pur di battere la formidabile perfomance della partita con la Juve – i formidabili cinque minuti in cui il Milan ha ribaltato il risultato da 0-2 a 3-2 – ecco che ci prova col Napoli il biondino Saelemaekers: in appena tre minuti prima si fa ammonire poi si fa espellere. Rigore! Qui ci sta: nel senso letterale di severità.

Altra delusione: Paquetà fa pena. “Ecché, lo scopri adesso? Paquetà fa Paquetà. Sbaglia quasi sempre. Siamo sicuri che sia brasileiro?”. Mi arrendo. Flash. Primi minuti. Mertens semina il panico in area rossonera. Rigore! No, non serve. Nessun milanista lo contrasta. Zig zag. Tira con agio. Il goffo “Dollarumma” sfiora la palla che rotola per tutta la lunghezza della porta senza che nessun napoletano riesca a ficcarla dentro. Grazie, san Fortunato…

Rigore, arbitro! Sfottono al Tortuga bar… Tanto li date per molto meno…

Altra grande occasione per il Napoli, ma il sinistro di Callejon centra Dollarumma che illude sulla sua serata…

Rigore! No, parata.

Vige tuttavia la legge non scritta ma codificata dall’esperienza: chi sbaglia gol incassa gol. Infatti al 19esimo il milanista Benacer lancia Rebic che controlla il pallone ai limiti dell’area napoletana. Spalle alla porta, crossa verso l’irrompente Hernandez che nessuno contrastava. L’ipertatuato terzino spara un sinistro terrific al volo e uccella Ospina. Né rigore. Né fuorigioco. Bel gol e basta. Hernandez gioca bene in attacco, male in difesa. Incursioni napoletane.

Rigore! Ogni due minuti al bar Tortuga questo è divenuto l’urlo della ciurma. Parola d’ordine. Sfottò. Invocazione. Speranza. Pazientate, spettatori. Prima o poi rigore sarà…

Intanto, basta un quarto d’ora per rimettere le cose al punto di partenza: il Napoli pareggia grazie alla gentilezza di Dollarumma che dopo aver preparato la linea della barriera per tamponare una punizione di Insigne, è lento di riflessi, respinge corto e maldestramente. Piomba Di Lorenzo e lo fulmina. Black&Decker. Trapanato. Rigore! Incalzano implacabili i pirati del Tortuga.

Il Milan regge all’assalto del Napoli. Che ricomincia il secondo tempo come ha finito il primo: all’arrembaggio. La difesa rossonera è imbarazzante. Pare di vedere scene alla moviola. Batti e ribatti dei giocatori azzurri che si fan beffe degli inerti milanisti. Gli hanno dato del torpolin durante l’intervallo? Ne approfitta Fabian (Ruiz) che lancia Callejon.

Premonizione dei tortugani: Rigore! No, è fuori area. Fa lo stesso! Però l’impietoso baffino Callejon è lesto come un gatto, passa di prima a Mertens. Il giustiziere belga raccoglie e tira, Romagnoli tocca leggero, la traiettoria si fa sghemba, l’impacciato Dollarumma vede passare sotto il corpaccione e le gambe la palla. Vantaggio Napoli. Proteste e indignazione: cacciatelo! Dimezzategli lo stipendio! Colpa di Raiola (l’avido procuratore).

Bisogna porre rimedio. Pioli, l’accorto mister del Milan, richiama in panchina Ibrahimovic, il totem della squadra. Non è che abbia giocato come si sperava. Lui, però, bofonchia platealmente. Zlatan non gradisce la sostituzione, per dirlo con un eufemismo. Chissà in che lingua sta imprecando. Di sicuro capiamo quel che fa: piglia a calci una bottiglietta d’acqua. Di quelle che servono per il “cooling break” (perché non chiamarlo pausa acqua?). Ibra gioca per vincere qualcosa, ugh! O sta a casa, doppio ugh! (Cito quel che ha detto il capo tribù dello spogliatoio milanista). Ibra non è giocatore da Europa League e il Milan non è un club da Europa League! Ugh e riugh! A parte gli ugh, il resto è testuale.

Dunque esce Ibra, esce anche Calhanoglu, entrano Leao e soprattutto il furbo Bonaventura. Risultato: poco dopo il Milan pareggia perché Rebic pesca il volpone Bonaventura che vuole sfondare in area napoletana. Il piano B è cercare il fallo se il dribbling…fallisce. Maksimovic casca nella trappola da citrullo. Si oppone, con un piede sfiora Bonaventura che crolla a terra.

L’arbitro La Penna – si sa, ne uccide più la penna che la spada – non ha dubbi: rigore! E rigore sia! E rigore è, conferma il Var dove c’è un signor fischietto come Rocchi. Per Gattuso, l’ex allenatore del Milan che ora guida il Napoli, sarebbe invece legittima difesa. Cioè no penalty. Solito teatrino.

Kessié si incarica del compito. Spiazza Ospina e manda un siluro a sinistra. L’onore rossonero è salvo. Ci sarebbe il piccolo intoppo di cui dicevo all’inizio, quando Saelemakers, appena entrato in campo, spezza quasi le gambe ad un paio di avversari e si fa cacciare. Dopodiché, barricate. E cinque innocui minuti di recupero in cui, stanchi morti, i 22 in campo cercano di non sciupare il pareggio.

Che resta di questa partita? La serata horror di Gigio Dollarumma. Che potremmo chiamare pure “Paperumma”, per l’invidiabile numero di papere perpetrate ai danni della sua squadra. Destino assai baro, poiché tutto è avvenuto proprio dalle parti di casa sua, essendo nato a Castellammare di Stabia 21 anni fa. Nemo propheta in patria.

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