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Cesare Sangiorgi morto, addio al vigile del fuoco d’Italia. Dalla strage di Bologna all’Irpinia fu precursore della Protezione civile

L'ingegnere aveva 94 anni. Aveva coordinato l’intervento alla diga del Vajont, guidò gli Angeli del fango nell’alluvione di Firenze e seguito il terremoto in Friuli
Cesare Sangiorgi morto, addio al vigile del fuoco d’Italia. Dalla strage di Bologna all’Irpinia fu precursore della Protezione civile
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È morto a 94 anni l’ingegner Cesare Sangiorgi, storico comandante dei vigili del fuoco di Ravenna e Bologna, poi ispettore regionale e ispettore generale per l’Italia. I funerali si svolgeranno lunedì alle 15 nella chiesa parrocchiale di San Biagio a Ravenna.

Precursore della Protezione civile, guidò i soccorsi anche durante terremoti e attentati. Fu lui – ricorda il Resto del Carlino – ad avere la certezza della bomba alla stazione di Bologna poco prima della mezzanotte del 2 agosto 1980: “Trovammo il cratere e mi accorsi che fra la polvere c’erano tante palline scure: tipico prodotto dell’esplosione di una carica di plastico. Corsi all’albergo dove c’era il presidente Pertini. Fui il primo a dargli la certezza dell’attentato. Ringraziò e restò in silenzio”.

Prima ancora aveva coordinato l’intervento dei vigili del fuoco alla diga del Vajont, nel 1963 (“Non c’erano vivi da salvare, ma solo cadaveri da recuperare e identificare”). Tre anni più tardi guidò gli Angeli del fango nell’alluvione di Firenze, poi intervenne in Friuli, quando il 6 maggio 1976 ci fu il terremoto, e poi in Irpinia, dopo il sisma del 23 novembre 1980.

Sulle macerie di Gemona, in Friuli, ricordava Sangiorgi, “cominciai a parlare con Zamberletti, nominato commissario governativo, di dare vita a un’organizzazione strutturata per questo tipo di interventi. Fu l’avvio della Protezione civile in Italia, un discorso che poi si perfezionò sulle macerie del terremoto in Campania“. Molti anche i suoi interventi all’estero, nelle città devastate dai terremoti in Algeria, Marocco, Messico, Armenia.

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