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Brooks Brothers, la camicia di Wall Street cerca un salvatore per evitare la bancarotta

Lo storico marchio di camice newyorkese, ha fatto ricorso al famigerato "chapter 11". Primo a introdurre lo stile "botton down" il marchio ha due secoli di storia e dal 2001 è a guida italiana
Brooks Brothers, la camicia di Wall Street cerca un salvatore per evitare la bancarotta
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Un botton molto molto in down. Brooks Brothers lo storico marchio di camice newyorkese, dal 2001 in mano a Claudio Del Vecchio, figlio del patron di Luxottica Leonardo, rischia grosso. Il gruppo, primo a introdurre i bottoncini che consentono di fissare il colletto delle camicie, ha fatto ricorso al famigerato “chapter 11”. Non è propriamente un fallimento ma la richiesta di accesso a procedure che proteggono l’azienda mentre cerca di ristrutturarsi per superare una grave crisi. Certo, le cose non vanno bene per quella che in due secoli di storia è diventata un’icona dell’eleganza a stelle e strisce.

UN MARCHIO NELLA STORIA – L’azienda è stata fondata nel 1818, e le sue camicie sono diventate una sorta di divisa per i professionisti di Manhattan e sono state indossate da 40 presidenti, tra cui Abramo Lincon e John F. Kennedy. Oggi il marchio conta circa 500 punti vendita in 70 paesi, 4.000 dipendenti e ricavi vicini al miliardo di dollari. La pandemia ha assestato un duro colpo. Più lavoro da casa significa minore necessità di “divise da ufficio” e quindi anche meno camicie. Ma il marchio navigava in acque agitate già prima del Covid. Focalizzato su uno stile molto classico i prodotti Brooks Brothers, faticano a fare presa sulle nuove generazioni anche a causa degli alti prezzi. Non a caso, già prima del dilagare del virus, il gruppo aveva avviato un ripensamento strategico del marchio, ipotizzando linee più in sintonia con i gusti delle nuove generazioni. Così come era già stato “sondato” il mercato per possibili acquirenti.

IN CERCA DI UN SALVATORE – Comunque non tutto è perduto. La società ha annunciato la chiusura di 50 negozi e si è assicurata una linea di finanziamento da 75 milioni di dollari che serviranno per gestire la fase di ristrutturazione, evitando il blocco delle attività in attesa che si palesi un socio o un compratore. Sono circolati i nomi del fondo di private equity Solitaire Partners, di Authentic Brands Group che ha partecipazioni in diverse aziende di abbigliamento e di Simon Property, gruppo che gestisce immobili e siti commerciali.

UNA CRISI DI SETTOREBrooks Brothers è l’ultima tessera di un domino messo in moto dalla pandemia. A combattere una battaglia per la sopravvivenza sono molti celebri marchi di abbigliamento USA. Tra aprile e giugno i jeans Levi’s hanno registrato un calo delle vendite del 62% che ha generato perdite per 365 milioni di dollari. L’azienda ha quindi annunciato il licenziamento di 700 addetti. I due concorrenti di Levi’s come G-Star RAW e Lucky Brand hanno già avviato le procedure per la ristrutturazione, così come il marchio J Crew e la catena Neiman Marcus

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