La FCC (Federal Communications Commission) – l’agenzia governativa statunitense indipendente che si occupa di telecomunicazioni – attraverso un comunicato stampa ha dichiarato ufficialmente che Huawei e ZTE sono una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, prendendo dunque posizione nella guerra commerciale e tecnologica che da più di un anno vede contrapposti Cina e Stati Uniti. È questa la notizia che sta facendo il giro del mondo, sancendo definitivamente il divieto delle due aziende Cinesi di operare sul mercato USA.

Secondo il commissario Brendan Carr, entrambe le società sarebbero infatti collegate alla “Cina comunista” e intenzionate a impegnarsi nello spionaggio industriale su larga scala. L’intero comunicato stampa del resto è inusualmente pieno di affermazioni politiche particolarmente audaci. Il commissario Carr ad esempio ha aggiunto ancora che “l’America ha voltato pagina rispetto all’approccio debole e timido alla Cina comunista visto nel recente passato […] dimostrando la forza necessaria per affrontare le minacce della Cina comunista”. Gli sforzi della FCC inoltre non si fermeranno qui, poiché la Commissione a quanto pare continuerà ad adottare misure che garantiranno “le reti di comunicazione americane da cattivi attori che potrebbero danneggiarle”.

Al di là dei proclami comunque la situazione resta assai complessa. Le reti di telecomunicazione statunitensi infatti dipendono pesantemente dai dispositivi di Huawei e ZTE, soprattutto per quanto riguarda il 5G, senza contare che gli operatori minori avrebbero difficoltà a dismettere le proprie infrastrutture poiché le soluzioni proposte dalle aziende statunitensi ed europee sono al tempo stesso più costose e meno evolute. Per questo, nel recente passato, ai proclami di Trump seguivano poi nella realtà permessi speciali che consentivano di fatto alle aziende nazionali del settore delle telecomunicazioni di continuare a intrattenere rapporti commerciali con i due colossi cinesi.

Dopo la dichiarazione della FCC le società statunitensi potranno continuare a fare affari con Huawei e ZTE, ma non potranno utilizzare le sovvenzioni del Fondo di servizio universale di FCC per “acquistare, ottenere, mantenere, migliorare, modificare o supportare in altro modo qualsiasi apparecchiatura o servizio fornito da Huawei e ZTE”: una situazione delicata, che potrebbe mettere in difficoltà più i propri operatori che non i due colossi. Non è un segreto del resto che gli Stati Uniti siano alla ricerca di soluzioni alternative che recentemente sembrano aver individuato nella tecnologia OpenRAN di cui vi abbiamo parlato ieri. Forse che quest’ulteriore evoluzione verso il definitivo distacco dalle tecnologie cinesi sia dovuto a risultati incoraggianti provenienti dalla sperimentazione?

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