OpenRAN potrebbe essere la soluzione di cui gli Stati Uniti sono in cerca da almeno un anno per far fuori definitivamente Huawei dalle proprie infrastrutture di rete. Come ben sappiamo, infatti, gli USA hanno messo al bando a maggio del 2019 il colosso cinese per non meglio chiariti “motivi di sicurezza nazionale”, dietro cui ovviamente si cela un’assai più ampia battaglia economica e tecnologica tra le due nazioni. Al di là del bando però le apparecchiature della società asiatica sono ben presenti nelle reti statunitensi e gli USA stanno incontrando non poche difficoltà nel trovare un’alternativa altrettanto valida, soprattutto per quanto riguarda il 5G.

Secondo quanto riportato dal Washington Post, la risposta potrebbe essere rappresentata ora proprio dalla tecnologia OpenRAN, ovvero Open Radio Access Network. Ma di cosa si tratta esattamente? La nuova tecnologia è portata avanti dalla O-RAN Alliance, un’organizzazione fondata agli inizi del 2018 dagli operatori AT&T, China Mobile, Deutsche Telekom, NTT DOCOMO e Orange e che vede il coinvolgimento di colossi quali Cisco, Intel, Dell, Broadcom, Ericsson, Fujitsu, IBM, Infineon, Kyocera, Lenovo, NEC, Nokia, Nvidia, Qualcomm, Samsung e molti altri, oltre ad altri operatori telefonici come Vodafone, TIM, Verizon, Telefonica e Sprint.

Questa nuova tecnologia ha diversi vantaggi: è infatti open source e flessibile, perché si basa su una soluzione software per la gestione delle connessioni, consentendo così agli operatori di realizzare reti anche utilizzando componenti hardware di fornitori differenti. Questo consentirebbe inoltre anche alle realtà più piccole di implementare più facilmente i propri servizi, visto che, non dovendo più adottare soluzioni hardware “chiuse” gli permetterebbe di comporre le proprie infrastrutture scegliendo la soluzione più economica per ciascun componente, con risparmi sostanziosi.

Il vantaggio di OpenRAN, insomma, è la maggiore interoperabilità garantita tra le diverse infrastrutture di rete. Una caratteristica adesso inesistente, in quanto si è vincolati allo stesso fornitore con tutti i problemi relativi a un eventuale cambiamento, così come sta succedendo ora negli Stati Uniti che stanno incontrando difficoltà nel sostituire l’hardware targato Huawei. In pratica, uno stesso software statunitense potrebbe essere collegato alle infrastrutture realizzate da diverse aziende.

“Ogni mese in cui gli Stati Uniti non fanno nulla, Huawei diventa sempre più il fornitore globale di 5G più economico, veloce e onnipresente”, ha dichiarato al Washington Post il senatore Mark R. Warner, aggiungendo: “Dobbiamo andare oltre l’osservazione del problema fornendo alternative agli operatori di rete statunitensi ed esteri”, mentre il Pentagono, da parte sua, ha definito la tecnologia OpenRan “il futuro” e sta invogliando l’industria a svilupparla effettuando diversi test.

Secondo Andre Fuetsch, Chief Technology Officer di AT&T, più di una dozzina di telco stanno testando OpenRAN nelle loro reti, anche al di fuori degli Stati Uniti. Il passaggio però non è così semplice come potrebbe apparire. La tecnologia è ancora agli inizi e deve affrontare numerose sfide. Senza dimenticare che molte società di telecomunicazioni si sono già impegnate a costruire reti 5G con fornitori “tradizionali”. Dunque, resta da capire quanto tempo ci vorrà prima che OpenRAN possa essere abbastanza matura per poter sfidare Huawei.

Tuttavia questa soluzione ha un potenziale enorme e potrebbe rivelarsi un game changer anche a livello industriale, togliendo potere ai produttori degli impianti hardware per darlo ai provider e agli sviluppatori software. Tra i primi ovviamente non ci sono soltanto Huawei e ZTE, che dominano il mercato, ma anche le aziende europee Nokia ed Ericsson che però, non a caso, fanno parte del consorzio.

Articolo Precedente

Huawei MatePad, arriva in Italia il nuovo tablet da 329 euro con pennino digitale in omaggio

next
Articolo Successivo

Huawei MateBook X Pro notebook 13 pollici super leggero ma potente, su Amazon con 400 euro di sconto

next