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Bus dirottato a Milano, la perizia chiesta dai giudici: “Sy non affetto da infermità mentale”

I giudici volevano  accertare la "capacità di intendere e di volere al momento del fatto" dell'imputato, accusato di strage, sequestro di persona e incendio. Secondo i periti, l'uomo non era affetto "da alcun disturbo psichiatrico inquadrabile in una diagnosi codificata", quando nel marzo 2019 ha sequestrato, dirottato e incendiato un bus a San Donato Milanese con a bordo 50 ragazzini
Bus dirottato a Milano, la perizia chiesta dai giudici: “Sy non affetto da infermità mentale”
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Nel marzo 2019 quando – secondo l’accusa – ha sequestrato, dirottato e incendiato un bus a San Donato Milanese con a bordo 50 ragazzini, due insegnanti e una bidella di Crema, Osseynou Sy non era affetto da “vizio di mente per infermità“. E’ quello che scrivono gli psichiatri Renato Ariatti e Franco Martelli nella perizia chiesta dalla Corte d’Assise di Milano sull’imputato 47enne di origini senegalesi. Autista del bus, l’uomo è accusato di strage, sequestro di persona e incendio. I giudici volevano accertare la sua “capacità di intendere e di volere al momento del fatto“: la perizia è stata da poco depositata agli atti del processo di Sy.

Secondo i periti, l’uomo non era affetto “da alcun disturbo psichiatrico inquadrabile in una diagnosi codificata” e “non è stato possibile derivare l’esistenza, all’epoca dei fatti, di uno scompenso di natura psicopatologica avente correlazione causale con le condotte antigiuridiche, di cui ai capi di imputazione, tale da potersi configurare vizio di mente per infermità”.

Nella relazione si legge anche che Sy ha messo “in atto un’azione di cui ben si rappresenta il significato e che porta avanti in maniera del tutto consapevole“. E ancora: “Francamente si fatica a vedere una infermità di mente alla base della dinamica e della genesi del fatto. Non vi è alcuna rottura con il contesto reale, che ponga l’uomo in una situazione tale da impedirgli condotte alternative e più adeguate sul piano delle convenzioni sociali e del rispetto della legge”. Parte civile nel processo sono le famiglie dei 51 alunni a bordo del mezzo, di cui alcuni assistiti dall’avvocato Antonio Ennio Andronico, il Comune di Crema e, per il solo reato di incendio, la società proprietaria del mezzo. Le prossime udienze sono state fissate per l’8 e il 13 luglio, giorno in cui potrebbe arrivare la sentenza.

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