Liguria, Puglia e Marche al centrodestra, Campania al centrosinista. E’ quanto emerge dai sondaggi dell’istituto Noto realizzato per Porta a Porta in vista delle elezioni regionali che si terranno a settembre dopo il rinvio della scorsa primavera a causa dell’emergenza Coronavirus. Le quattro regioni citate, tuttavia, non saranno le uniche ad andare alle urne, visto che si voterà anche in Toscana, Veneto e Valle d’Aosta.

Tornando alle rilevazioni di Noto, in Liguria Giovanni Toti è dato vincente, ma con un margine di vantaggio più risicato di quanto si pensasse rispetto al candidato del centrosinistra. Che, necessario sottolinearlo, ancora non ha ufficializzato il nome su cui puntare. Nel sondaggio in questione, tuttavia, è indicato come candidato governatore di Pd e M5s il giornalista del Fatto Quotidiano Ferruccio Sansa, che sarebbe staccato di sette punti (42% contro il 49%) dall’attuale presidente regionale (espressione del centrodestra), che quindi sarebbe riconfermato.

Chi invece non riuscirebbe ad avere il via libera per il secondo mandato è Michele Emiliano in Puglia. L’attuale governatore, infatti, è dato al 38% dei consensi contro il il 45% di Raffaele Fitto, nome scelto dal centrodestra unito. Se le urne confermassero le indicazioni dei sondaggi, per Fitto si tratterebbe di un ritorno, visto che è stato governatore dal 2000 al 2005 negli anni precedenti ai due mandati di Nichi Vendola. In Puglia tuttavia ci sono ancora una serie di variabili da valutare, prima fra tutte l’eventuale alleanza di Emiliano con i 5 Stelle, che secondo Noto racimolerebbero l’11 per cento dei consensi con Antonella Laricchia candidata. Ivan Scalfarotto, il nome scelto dai renziani di Italia Viva, è dato invece al 4 per cento.

Situazione simile in Campania, ma a parti invertite. Secondo la rilevazione di Noto, il governatore uscente Vincenzo De Luca è in vantaggio di sei punti percentuali rispetto a Stefano Caldoro, nome scelto dal centrodestra: 45 per cento contro 39 per cento. Valeria Ciarambino, esponente del Movimento 5 Stelle, è data al 13 per cento. Nelle Marche, invece, Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) è dato al 48%, mentre Maurizio Mangialari (centrosinistra) è al 40 e Mercorelli dei 5 Stelle al 9.

Noto ha calcolato anche quanto racimolerebbe una eventuale Lista Conte alle elezioni politiche: se il premier decidesse di fondare un partito a sentire Noto prenderebbe il 14 per cento dei consensi e farebbe perdere voti soprattutto a Pd e M5S che, con uno scenario del genere, si attesterebbero entrambi attorno all’11%. In assenza di una lista Conte, il Pd sarebbe al 19,5 e i 5 stelle al 17 per cento. In entrambi in casi, la somma dei partiti della attuale coalizione di governo sarebbe il 41,5%. Arriverebbe invece al 43 invece nel caso di Giuseppe Conte, leader dei 5 stelle. Con il premier M5S arriverebbe al 23% seguito dal Pd al 16%. Con ogni scenario, Italia VIva è data tra 3,5 e il 4% mentre Leu tra 1 e l’1,5%. Anche per quanto riguarda il centrodestra, la presenza o meno di una lista Conte o con Conte leader M5S, cambierebbe poco con la Lega sempre attorno al 28,5%, Fdi al 14 e Forza Italia al 7.

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