Tra le case automobilistiche che più delle altre hanno saputo gestire la situazione di emergenza per il Coronavirus in relazione alla propria rete di concessionarie, il podio spetta a Toyota, Lexus e Mercedes, seguite da Bmw e Seat.

A stabilirlo sono gli stessi concessionari attraverso DealerSTAT, l’indagine presentata in occasione dell’Automotive Forum Live. I marchi promossi sono in tutto 21 su 29, con un punteggio medio di 3,21 in una scala da 1 a 5. La valutazione è stata fatta sulla base di indicatori come la tempestività di intervento nel corso dell’emergenza, l’efficacia delle misure adottate, gli strumenti finanziari per supportare la rete dei dealer, poi anche la capacità di gestire il valore degli stock e del cliente, da remoto ovviamente.

Toyota si è distinta in particolare per la rapidità con cui ha saputo affrontare la situazione, ottenendo in questo senso un punteggio di 4,52, ma non è stata da meno anche l’efficacia delle misure adottate (4,25 punti). Quanto alla tempestività, Bmw è risultata migliore di Mercedes, la casa della Stella però ha ottenuto un riscontro più positivo nella valutazione dei risultati del proprio intervento. Entrambe le case hanno ottenuto un buon punteggio per il supporto finanziario e la gestione del cliente da remoto, ben più basso invece per la comunicazione locale (dove invece ha saputo farsi sentire Porsche, tra le migliori in questo senso) e il valore degli stock dell’usato. Al di là della situazione emergenziale però, Toyota è risultata la più affidabile per l’intero anno: anche la classifica annuale di gradimento di DealerSTAT ha voluto premiare il marchio giapponese, che in questo caso condivide il podio con Porsche (al secondo posto) e Suzuki (al terzo).

L’indagine ha poi chiesto il parere del 52% dei concessionari sul territorio nazionale, sugli scenari finanziari futuri: secondo questi nel 2020 ci sarà un calo del fatturato sulle vendite di auto nuove del 38%, sull’usato il calo sarà del 27% e sul post-vendita del 18%. Se ci sarà una vera ripresa del settore, non se parlerà prima della metà del prossimo anno.

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